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La lotta degli studenti messicani non si ferma. Dirigenti comunisti arrestati.

di Salvatore Vicario

Il massacro degli studenti della scuola rurale di Ayotzinapa, nella città di Iguala dello Stato di Guerrero, Messico, ha scatenato ormai da più di un mese un moto permanente di proteste, mobilitazioni e occupazioni in centinaia di scuole e università in tutto il paese. Una variegata massa composta da diversi settori popolari e operai si incorpora ai movimenti studenteschi nel conflitto contro il terrorismo di Stato e il narco-governo del Patto per il Messico che unisce i tre principali partiti della borghesia monopolistica messicana: il PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale – centrosinistra, membro dell’Internazionale Socialista), il PRD (Partito della Rivoluzione Democratica – Sinistra socialdemocratica) e il PAN (Partito di Azione Nazionale – Centrodestra d’ispirazione cristiana).

Tra il 26 e il 27 settembre scorso, nella città di Iguala, è andato in scena uno dei più terribili massacri in cui sono state vittime degli studenti: ottanta studenti appena partiti con 3 autobus da Iguala vengono attaccati dalla polizia che spara contro gli autobus uccidendo sul colpo 3 studenti arrestandone almeno altri 20, per impedire loro di protestare contro la riforma del sistema educativo e le tremende condizioni di vita e studio a cui sono costretti. Nella notte, mentre gli studenti cercano di riunirsi per denunciare i fatti, avviene un nuovo criminale attacco della polizia insieme a sicari dei narcos, che uccidono sul colpo altri 2 studenti, ferendone nel complesso più di 20. Il giorno seguente il corpo di uno studente venne ritrovato vicino l’agguato con evidenti segni di tortura. Da quel momento non si hanno più notizie di molti studenti, 43 scomparsi e molti altri in stato di arresto. Il 3 ottobre vicino ad Iguala sono state scoperte diverse fosse comuni (ad oggi nelle ricerche ne sono state scoperte 19), dove sono stati ritrovati corpi torturati, bruciati e fatti a pezzi, ma ad oggi non si ha ancora certezza ufficiale se quei corpi siano degli studenti della scuola di Ayotzinapa. Ma è molto forte il sospetto che gli studenti siano stati assassinati e bruciati per nascondere le prove. Eventi che hanno messo a nudo il governo di Enrique Peña Nieto (PRI) e quello del PRD che governa lo Stato di Guerrero e la città di Iguala, nonostante l’imponente apparato repressivo e mediatico con cui cercano ancora oggi di anestetizzare e criminalizzare la rabbia sociale per impedire ogni forma organizzata e di massa della lotta.

Lo Stato di Guerrero ha una lunga e triste tradizione di barbara repressione, assassinio, tortura contro i movimenti sociali, le organizzazioni politiche rivoluzionarie, le masse popolari, contadine e operaie, ed è stata sempre la regione messicana con il maggior fervore popolare, dalla lotta della forte guerriglia armata degli anni ’70 a quelli degli anni ’94 e 2001, e la scuola rurale di Ayotzinapa ha fornito gli insegnanti più attivi e combattivi del paese che si sono in maggioranza sempre integrati nei movimenti di lotta. Nel 2011, durante imponenti cortei studenteschi, vennero uccisi due studenti. Tra l’Agosto e il Settembre del 2013 vennero assassinati 5 militanti comunisti del Partito Comunista del Messico, tra cui il Segretario Generale dello Stato di Guerrero, leader e protagonisti delle lotte contadine e popolari.

La rabbia popolare ha condotto in varie occasioni ad assalti alle sedi dei partiti coinvolti (1) nel crimine e alle sedi istituzionali come il Congresso Statale, il municipio e il Palazzo del governatore di Guerrero nella città di Chilpancingo (capitale dello Stato di Guerrero) lo scorso 13 Ottobre e il municipio di Iguala lo scorso 22 Ottobre, che sono stati dati alle fiamme e in parte distrutti (2). Blocchi stradali, scioperi e occupazioni nelle scuole e università, manifestazioni di massa, si estendono in gran parte del paese chiedendo giustizia e verità sui fatti e le dimissioni del governo federale e dello Stato di Guerrero.

In risposta alla grande pressione popolare sono stati arrestati alcuni poliziotti accusati di aver agito di propria iniziativa e senza l’ordine di sparare, ma sono stati arrestati anche l’ormai ex sindaco di Iguala e sua moglie (entrambi del PRD), dopo due settimane di latitanza a Città del Messico, e 18 membri dei Guerreros Unidos, il cartello di narcotrafficanti vicini al sindaco e alla moglie, a testimonianza del strutturato legame tra narcos, paramilitari, polizia e forze politiche che costituiscono il narco-Stato, ossia la forma di Stato borghese a difesa degli interessi dell’oligarchia messicana. Il sindaco è accusato di aver dato l’ordine di bloccare gli autobus e di far sparire in seguito gli studenti. Un tentativo quello dell’apparato giudiziario e del governo nazionale di mostrare alle masse messicane di lavorare per giungere ai responsabili; “gli apparati della dominazione ideologica della borghesia monopolista, come sempre, cercano di deviare, confondere, ingannare, manipolare, cercando di personalizzare in una persona, occultando la verità, la repressione e il fatto che sono stati assassinati da una azione dello Stato messicano. E’ stata una risposta dello Stato all’inizio dell’insubordinazione nazionale. Il governo attuale, il sistema dei partiti, l’apparato economico, politico e sociale che si è strutturato per proteggere, garantire e fomentare il profitto dei monopoli, ha mostrato il suo vero volto. La sua strategia è consolidare il suo potere sulla base della distruzione dei movimenti sociali. Le sue azioni si indirizzano a smobilitare, a disarmare i lavoratori, i salariati, a mantenerli sottomessi, attraverso l’alienazione che generano i suoi mezzi di comunicazione di massa. Ma soprattutto attraverso la repressione”. Questo è il commento di un militante del Partito Comunista del Messico in un recente articolo sul sito del Partito dopo l’arresto di José Luis Abarca e moglie.

Nel Messico si sviluppa una nuova fase di lotta che ha generato impressionanti manifestazioni, che dimostrano soprattutto la ribellione e insubordinazione dei lavoratori e altri settori popolari alleati della classe operaia. “Le mobilitazioni sono un laboratorio di apprendimento sociale. La convocazione, l’organizzazione, le parole d’ordini, tutto è un apprendimento quotidiano che aiuta alla strutturazione dei movimenti, che arma il tessuto sociale verso lo sviluppo di una coscienza di massa che è possibile l’organizzazione indipendente e combattiva dei settori popolari” (3). In questo senso stanno agendo tra le masse i comunisti del PCM e della Federazione dei Giovani Comunisti del Messico (4), presenti in molte delle mobilitazioni spontanee che si sviluppano nel paese per mettere in marcia un processo di lotta anticapitalista che vada ben oltre le richieste di dimissioni del Presidente o di un governatore, incorporando i vari settori e movimenti popolari nella lotta per il rovesciamento del potere dei monopoli. Alle mobilitazioni degli studenti, si vanno aggiungendo i contadini, i lavoratori con la sempre maggiore presenza di contingenti della classe operaia che possono approfondire il carattere di classe delle prossime lotte estendendo le proteste contro la repressione del governo a lotte di carattere politico contro il sistema che sfrutta ed uccide.

Nella giornata di ieri due dirigenti comunisti sono stati arrestati insieme ad altre 11 persone a Città del Messico, durante una marcia di protesta degli studenti della UAM-Xochimilco e della UNAM, insieme a settori popolari. La polizia di Città del Messico, governata anche qui dal PRD, ha represso la manifestazione in cui partecipavano la compagna Kimberly Ruiz, membro dell’Ufficio Politico del CC del PCM e dirigente della Federazione dei Giovani Comunisti, e il compagno Alejandro Manzano, membro del Consiglio Centrale della Federazione dei Giovani Comunisti, che sono stati arrestati. Quest’ultimo è stato rilasciato in mattinata (5). La forte repressione e gli arresti continuano in tutto il paese ad ulteriore dimostrazione che “i partiti borghesi e lo Stato serrano le file per affrontare il movimento popolare che sta attualmente nelle strade come giusta risposta al genocidio di Iguala”[…]“La repressione è consustanziale al capitalismo, questo è il ruolo dello Stato, che oggi usa il terrorismo come parte delle misure per stabilizzarsi di fronte alla crisi”(6).

Secondo alcuni dati, dal 2007 sono circa 100.000 i morti e circa 25.000 gli scomparsi per motivi legati alle lotte sociali e contro i narcos, con oltre 1.200 fosse comuni ritrovate. Il governo di Peña Nieto e il regime del “Patto per il Messico” conduce una feroce ristrutturazione capitalista che serve gli interessi della borghesia monopolistica locale (ricordiamo che l’uomo più ricco al mondo è un messicano) nella sua ascesa nella piramide imperialista, in cui sta emergendo come uno dei paesi più dinamici dal punto di vista economico; l’intreccio tra oligarchia, apparato statale repressivo e il paramilitarismo dei narcos, costituisce un elemento essenziale affinché questa temporanea crescita sia pagata dalla classe operaia e dai settori popolari, con sfruttamento, assenza diritti e il terrorismo di stato. Un esempio di questo è il drammatico livello delle condizioni di vita degli studenti di Ayotzinapa, che è emerso a seguito di questi funesti eventi: vivono in 12 dentro camere di 9 metri per 9 con i buchi alle pareti coperti da cartoni, su pagliericci gettati a terra o al massimo su vecchi letti a castello; obbligati a lavarsi in bagni sporchi e con acqua gelata e a studiare in classi prive di qualsiasi materiale didattico e con i banchi semidistrutti, con un pasto quotidiano che consiste in soia, fagioli e una porzione di riso. La lotta degli studenti messicani è la lotta di tutti gli studenti per una scuola pubblica, gratuita, di qualità e accessibile a tutti, per questo è fondamentale la solidarietà internazionale di tutti gli studenti del mondo e l’estensione di questa lotta contro il sistema capitalistico che genera questi livelli di sfruttamento, repressione e miseria.

In alcune parti del paese, le comunità si stanno armando in brigate di autodifesa popolare, mentre alcuni gruppi lanciano la chiamata alla lotta armata generale. Una situazione di grande dinamismo da parte della gioventù studentesca e lavoratrice che si unisce al fermento che si estende nelle masse popolari di tutto il paese dietro lo slogan “Ayotzinapa Somos Todos”, legati dalla solidarietà e dalla rabbia, che si esprime in voglia di auto-organizzazione e ribellione che difficilmente può esser placata dalle promesse del Presidente Peña Nieto, ma che necessita di una organizzazione e direzione di classe per consolidarsi ed avanzare verso il rovesciamento del potere dei capitalisti.

Note:

Assalto alla sede del PRD: https://www.youtube.com/watch?v=MrX6sB9ebhQ

Assalto al Palazzo del Governo di Guerrero a Chilpancingo: https://www.youtube.com/watch?v=s6zlWMCxfUc

Il movimento popolare deve imporre un nuovo sistema: http://www.comunistas-mexicanos.org/index.php/partido-comunista-de-mexico/2012-si-es-un-crimen-de-estado

I nostri compagni della Federazione dei Giovani Comunisti del Messico nelle mobilitazioni di queste settimane: https://www.youtube.com/watch?v=g7hadYfkBf8&feature=youtu.be

Rilascio del compagno Alejandro Manzano accolto dal grido ¡JOVEN GUARDIA, SIEMPRE EN GUARDIA!: https://www.facebook.com/video.php?v=729645657101500&set=vb.139926372740101&type=2&theater

Dichiarazione del PCM sugli arresti politici: http://www.comunistas-mexicanos.org/index.php/partido-comunista-de-mexico/2013-presos-politicos-libertad

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