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Dall’Italia all’America Latina, la battaglia in difesa della Donna

Lo scorso mercoledì 3 giugno migliaia di persone si sono riversate nella capitale argentina per riportare ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica, il fenomeno della violenza contro le donne, un problema che è molto radicato nel paese come in tutta l’America Latina; la  giornata ha richiamato per le strade anche migliaia di persone di altre nazioni latinoamericane. Nel 2009 il Parlamento argentino ha emanato una legge che avrebbe dovuto proteggere le donne da diversi tipi di violenze, da quella fisica, sessuale, psicologica a quella sul lavoro, della quale la piazza ne ha chiesto a gran voce la piena applicazione.
Moltissime sono le donne uccise nel 2014 in Argentina: se ne contano circa 277, ma si pensa che questo possa diventare un numero anche molto più alto tenendo presente la conformazione dell’intero territorio argentino e di quante zone di campagna da cui non è possibile reperire dei dati. Un fenomeno radicato e fomentato da un sistema che professa la subordinazione delle donne, che ne minaccia costantemente i diritti.

Per questo motivo anche il PCA e la FJC ( il Partito Comunista Argentino e la Federazione Giovanile Comunista ) sono scesi in piazza con i manifestanti e hanno continuato a dare sostegno a questa lotta importantissima. In questa occasione è stato distribuito un volantino di denuncia, su come i modelli culturali che si sono radicati nel corso dei secoli hanno scatenato comportamenti di violenza in cui le donne hanno sempre avuto qualcosa da perdere . Un sistema di relazioni basato su pressioni psicologiche ed economiche,  che va da minacce ad aggressioni fisiche sia all’interno delle mura domestiche che da parte delle istituzioni, è aberrante ed assassino, vi si poteva leggere. Ma anche di rivendicazioni, come il pieno rispetto della legge 26.485 ( la legge contro la violenza sulle donne ), la parità di diritti nell’avere un lavoro, parità di retribuzione a parità di lavoro e l’ educazione sessuale.

E’ stata allo stesso tempo l’occasione però per generalizzare la lotta e portare avanti altre battaglie: la gioventù comunista del partito argentino rivendica nello stesso momento il diritto delle donne di poter scegliere l’aborto in maniera legale, gratuita e sicura. Una battaglia che stiamo portando avanti anche noi, in difesa della legge 194, per esigere una sua piena e reale applicazione respingendo gli attacchi sempre più pericolosi che vengono portati dal “mondo cattolico”. Riportiamo il comunicato integrale, salutando e incoraggiando la lotta dei nostri compagni argentini, consci che la strada che abbiamo intrapreso come FGC con la campagna a sostegno della legge 194 non è solo fondamentale, ma è la strada comune che ci unisce con tutti quei compagni, ovunque nel mondo, che lottano per un futuro migliore, di pace, progresso e libertà.

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#niunamenos è anche far progredire la legalizzazione dell’aborto. Un paio di giorni fa la campagna nazionale per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito ha compiuto 10 anni.  La Campagna Nazionale per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito quest’anno celebra un decennio di attivismo intorno alla legalizzazione dell’aborto; essendo la più completa e duratura nella storia dell’Argentina nella lotta per un diritto per tutte le donne, per i diritti umani, la giustizia sociale,la salute e la vita di tutti.

In questo decennio abbiamo acquisito alleanze che superano notevolmente anche il movimento femminista e il movimento delle donne. Con oltre 300 organizzazioni attive siamo riusciti ad ottenere l’appoggio dei sindacati, di organizzazioni per i diritti umani, delle università nazionali, di personaggi pubblici, di partiti politici e ad oggi 69 deputati nazionali hanno firmato il nostro disegno di legge (che ha stabilito il record al Congresso della Nazione).

In questi dieci anni, noi donne abbiamo costruito strategie per poter decidere sui nostri corpi con compagne “soccorritrici” in tutto il paese, che forniscono informazioni sicure. Davanti a questo panorama, la campagna nazionale per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito esige dallo Stato, a tutti i livelli:

– applicazione della legge di educazione sessuale integrale nelle scuole del paese che contribuisca alla conformazione di nuove soggettività e a relazioni non gerarchiche o discriminatorie tra le persone.

– l’effettiva attuazione del protocollo “Aborti non punibili” secondo la sentenza “FAL” della Corte Suprema della Nazione.

 – la creazione di consultori pre e post aborto in ogni presidio sanitario basilare del sistema.

– la discussione immediata al Congresso del “progetto di legge di interruzione volontaria della gravidanza” e della “campagna nazionale per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito”.

– educazione sessuale per decidere, contraccettivi per non abortire, aborto legale per non morire.

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