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La lotta della gioventù contro il TTIP

* intervento tenuto da Tiziano Censi e Agostino Alagna a nome del CC del FGC al 2° campeggio antimperialista della commissione Europa e Nord America (CENA) della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY), cui il FGC ha partecipato come unica organizzazione italiana.

Cari Compagni,

in questi anni la nostra organizzazione ha condotto un’analisi accurata sull’Unione Europea ed il suo ruolo. Un’analisi che ha interessato anche gli aspetti storici e le posizioni delle organizzazioni comuniste e dei sindacati dal momento della costituzione della Comunità Economica Europea, o come si chiamava allora il Mercato Comune. Quando nel 1957 il Parlamento italiano votò la ratifica del trattato istitutivo della CEE, il Partito Comunista fu l’unico partito italiano a votare contro. Negli anni successivi la deriva opportunista e poi lo scioglimento del PCI portarono a mutare le posizioni sulla UE fino a trasformare la sinistra radicale italiana nella forza politica più europeista. Ma allora la posizione de PCI era corretta e condivisibile. Nell’intervento del partito in Parlamento in cui si motivava il voto contrario si affermava: « Non ha senso dire che il MEC è una cosa e il capitale monopolistico è un’altra; il MEC è la forma sovrannazionale che assume nell’Europa occidentale il capitale monopolistico.»

Molti anni sono passati, la CEE è oggi divenuta l’Unione Europea. La tendenza alla centralizzazione e concentrazione monopolistica è in continuo aumento ed aumenta l’influenza ed il potere che i grandi monopoli hanno nell’economia e nel condizionamento politico degli Stati.  Oggi il capitale monopolistico ha bisogno di nuovi e più vasti mercati, di abbattere ulteriormente ogni frontiera per imporre attraverso la più vasta e libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone, il suo potere ed i suoi interessi.

Il TTIP è esattamente questo: la nuova forma che assume il capitale monopolistico europeo e nordamericano, che attraverso la creazione della più grande area di libero scambio del mondo, reagisce alla competizione internazionale dettata dalla crescita di nuovi centri economici capitalistici che contendono con i paesi imperialisti tradizionali importanti quote di mercato. Una contrapposizione con nuovi campi, come i BRICS, che lungi dal rappresentare un’alternativa di sistema capitalistico,  costituiscono un polo di contrapposizione sulla base delle stesse regole e dei medesimi interessi. Il TTIP è oggi la forma attraverso la quale il grande capitale monopolistico nordamericano ed europeo punta ad affrontare questa nuova congiuntura mondiale,  incrementare i profitti comprimendo ulteriormente i diritti dei lavoratori, i salari e aumentando lo sfruttamento.

La questione che discutiamo oggi, riguarda l’opposizione al TTIP e le iniziative in tal senso. È inutile negare che la risposta complessiva data è stata insufficiente e figlia delle contraddizioni e delle difficoltà che attraversano il movimento comunista e le forze antimperialiste. In primo luogo noi riteniamo che non sia possibile dare una risposta effettiva alla creazione del TTIP senza che prima si critichi con altrettanta nettezza l’Unione Europea e in generale il potere dei monopoli. Non è cioè possibile ragionare essenzialmente in termini di opposizione al TTIP se prima non si è conseguentemente contrari alle cause che lo generano e agli interessi a cui è funzionale. In caso contrario la posizione che emerge è puramente illusoria, spesso condizionata semplicemente da una visione anti-americana, ma in definitiva del tutto insufficiente e inadatta ad organizzare la classe operaia e le masse popolari contro il potere dei monopoli.  Si critica una forma ma non la sostanza che è la stessa che ha portato alla creazione della UE e che oggi si estende di dimensioni, forza e profondità dell’attacco condotto.  In questo senso l’azione delle masse popolari contro il TTIP potrà essere efficace solo a partire dalla presenza di partiti su coerenti posizioni rivoluzionarie e da forme di lotta coordinate a livello internazionale.

In Italia la situazione dei comunisti è oggi oggettivamente difficile. Senza dilungarsi a lungo veniamo da un periodo dominato da visioni opportuniste, che hanno minato sotto il profilo teorico, politico e disarticolato sotto il profilo organizzativo la presenza dei comunisti e la loro capacità di guidare la classe operaia e le masse popolari. La sinistra radicale, anche attraverso i deputati eletti nella lista “Altra Europa”  si è limitata ad un’opposizione di facciata al TTIP, partendo da categorie di analisi superficiali ed errate e limitandosi a conferenze, iniziative di carattere puramente mediatico, ma evitando accuratamente e sistematicamente ogni forma di organizzazione dei lavoratori contro il trattato. Le principali organizzazioni sindacali hanno completamente ignorato la questione, nonostante i gravi danni che deriveranno per i lavoratori. Nessuna mobilitazione, sciopero è stato realizzato per questo.

Noi riteniamo che i principali terreni di scontro su cui organizzare la lotta contro il TTIP siano i seguenti, e debbano coinvolgere le nuove generazioni come elemento fondamentale, in quanto i risultati del TTIP saranno vissuti prima di tutto sulla nostra pelle.

Il trattato sarà la pietra tombale del settore agricolo italiano, già oggi largamente colpito dalla legislazione europea, con l’abbandono di aree agricole, coltivazioni tradizionali e radicate che hanno cessato di essere produttive, in cambio della circolazione di merci agricole a bassissimi costi e di qualità scadente. Tutto a danno dei piccoli contadini e a vantaggio del grande latifondo, oggi nelle mani di grandi aziende agricole, sempre più concentrate. Sebbene l’agricoltura oggi non impieghi più le forze lavorative di qualche decennio fa, resta comunque un settore importante per l’Italia, anche in considerazione del lavoro di trasformazione dei prodotti agricoli, che ne è strettamente connesso. Il tutto lungi da non avere effetti occupazionali e di impoverimento complessivo, genererà guadagni per i grandi monopoli multinazionali del settore agroalimentare, lasciando alla fame migliaia e migliaia di lavoratori, anche tra  giovani. Noi riteniamo che sia fondamentale organizzare nelle associazioni dei piccoli coltivatori, la consapevolezza che non basterà chiedere misure di protezione nazionale, o salvaguardia di standard qualitativi per salvare la produzione agricola. Il FGC d’intesa con le forze comuniste e le forze sindacali di classe, punterà a sviluppare la coscienza che solo un cambiamento rivoluzionario, solo la lotta contro i grandi monopoli transnazionali e l’abbattimento del loro potere, solo attraverso il rifiuto delle illusioni date dalle forze politiche borghesi, sarà possibile salvaguardare ed estendere il valore del settore agroalimentare italiano.  I contadini e gli allevatori italiani non hanno nulla da guadagnare dal TTIP ma tutto da perdere, come già accaduto con la UE.

 Il TTIP acuirà i processi di dequalificazione del lavoro, abbassamento salariale, aumenti degli orari lavorativi e della precarietà. La creazione del mercato libero atlantico ha come obiettivo fondamentale quello di creare un mercato ad immagine e somiglianza di imprese come la FIAT , o sarebbe meglio dire la FIAT Chrysler Automobiles, la più importante azienda, originariamente italiana, ma che oggi risulta di nazionalità variegata sulla base della convenienza fiscale. Sono i grandi monopoli, americani, tedeschi, italiani, francesi o come ormai sempre più spesso accade a carattere internazionale che avranno tutti i vantaggi, comprimendo ulteriormente non solo i diritti dei lavoratori, ma anche le piccole  e medie imprese, conquistando settori di mercato, ma relegando centinaia di migliaia di lavoratori alla disoccupazione. Il FGC ritiene importante lavorare a stretto contatto con le organizzazioni sindacali conflittuali e di classe, ed in particolar modo con l’USB (affiliata alla Federazione Sindacale Mondiale) unica organizzazione che ha realizzato una seria campagna in questo senso.

In ultimo investiremo molto sul tema dell’immigrazione e dell’emigrazione. Mentre – come sapete – una delle questioni più sentite oggi in Italia ha a che fare con l’immigrazione dai paesi del nord-africa e medio oriente, si dimentica che dal 2014 il saldo tra immigrazione ed emigrazione dall’Italia è tornato negativo.  Sono più gli italiani che partono per l’estero per cercare lavoro – e sono in particolar modo giovani – rispetto a quanti cercano lavoro e asilo politico in Italia. La libertà di circolazione delle persone, che prima la UE e oggi il TTIP richiedono è la libertà di circolazione funzionale agli interessi del capitale. Attraverso i fenomeni migratori si assicura che i grandi monopoli possano usufruire della migliore manodopera presente, con i minori costi possibili, mettendo i lavoratori l’uno contro l’altro in una contraddizione al ribasso. Mentre la sinistra radicale rivendica il diritto alla migrazione, noi rivendichiamo il diritto della gioventù di poter liberamente scegliere di restare nel suo Paese  con un lavoro degno e una condizione dignitosa senza dover emigrare.

Concludendo compagni, abbiamo parlato della condizione italiana, convinti che si necessario dare spunti di discussione e che per dirla con Marx  ciascuno debba fare i contri prima di tutto con la propria borghesia nazionale. In questo senso precisiamo che non riteniamo che la questione del TTIP, né quella della UE, possa essere ridotta schematicamente e in modo errato ad una questione di nazioni contro nazioni. Non riteniamo che vi siano margini di collaborazione con le borghesie nazionali contro il processo di creazione del mercato comune, perché esse sono corresponsabili e coinvolte in questo processo. Il grande capitale che oggi non conosce frontiere può essere sconfitto solo con una lotta che a partire dalle condizioni e dai caratteri nazionali, sia capace di darsi obiettivi comuni e forme di coordinamento stabile a livello internazionale. Non è retorica, compagni, dire che l’unica reazione possibile all’attacco del capitale, che oggi si sviluppa a livello internazionale è l’organizzazione ed il coordinamento dei comunisti e delle forze realmente antimperialiste a livello internazionale. Al capitale monopolistico internazionale bisogna contrapporre il coordinamento internazionale delle lotte della classe operaia, unica condizione per la vittoria.

Ci auguriamo che la FMGD attraverso le organizzazioni del CENA sviluppi una propria azione comune per la lotta contro il TTIP e più in generale contro il potere dei monopoli, e quindi anche contro la UE. Come FGC siamo disposti a dare il nostro contributo e a garantire che dall’Italia non mancherà il sostegno a ogni iniziativa che si deciderà di intraprendere in questa direzione.

 

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