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L’Aventino macedone: quando il Parlamento viene boicottato dall’opposizione

* di Edoardo Genovese

Il 10 giugno del 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti venne rapito e percosso fino alla morte dalle squadre fasciste legalizzate da Mussolini. Il suo cadavere venne ritrovato oltre due mesi dopo, il 16 agosto, e di fronte a ciò l’opposizione diede vita a quella che oggi viene ricordata come la Secessione dell’Aventino: la maggior parte dei deputati dell’opposizione abbandonò l’aula di Montecitorio in segno di protesta. Gli unici a non concepire questa protesta come funzionale alla lotta furono i comunisti, avversi a ogni lotta pacifica contro la reazione fascista. La scissione, tuttavia, fu funzionale a Mussolini che riuscì a porre fine al processo democratico con una svolta autoritaria. Una storia conosciuta, questa, nel nostro Paese.

A pochi chilometri dall’Italia si sta vivendo un simile periodo, ossia il boicottaggio del Parlamento da parte del Partito Socialdemocratico nella Repubblica di Macedonia.

 

VMRO-DPMNE e SDSM: i partiti politici di maggioranza macedoni

 

Nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia le elezioni amministrative sono d’appannaggio dei due grandi partiti politici, la VMRO-DPMNE e la SDSM.

La VMRO-DPMNE1, sigla che indica Внатрешна Македонска Револуционерна Организација – Демократска Партија за Македонско Национално Единство /Vnatrešna Makedonska Revolucionerna Organizacija – Demokratska Partija za Makedonsko Nacionalno Edinstvo (in italiano “Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone – Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone”) è il Partito della destra macedone. Guidato da Nikola Gruevski, attuale Primo Ministro, è un partito radicalmente nazionalista e conservatore, improntato verso l’europeismo e fautore di un’enorme spesa di denaro pubblico per la costruzione di fatiscenti statue raffiguranti la storia macedone: l’enorme spesa, volta ad alimentare il sentimento nazionalista del popolo macedone si scontra con le grandi problematiche del Paese, ossia una disoccupazione che si attesta al 28%2 e la disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, è pari al 53,5%3. Il Paese è uno dei più poveri, se non il più povero, dell’intero continente europeo, con un PIL pro capite pari a 10.465$4. Alle scorse elezioni amministrative ha ottenuto il 43, 38%5 dei voti, vale a dire 61 seggi su 123 nell’Assemblea della Repubblica di Macedonia. Oltre alle votazioni del Primo Ministro, negli stessi giorni la VRMO-DPMNE ha ottenuto la vittoria nelle elezioni presidenziali dove il candidato Gjorgi Ivanov ha ottenuto il 55.25% dei voti. L’alleanza con il partito albanese Unione Democratica per l’Integrazione si è coalizzata con la VMRO-DPMNE, concedendole di fatto la maggioranza assoluta grazie ai suoi deputati (in totale, la coalizione conta 80 parlamentari su 1236).

La SDSM7, sigla che sta per СоцијалДемократски Сојуз на Македонија, SocijalDemokratski Sojuz na Makedonija (in italiano Unione Socialdemocratica di Macedonia) è stata nuovamente sconfitta dalla coppia Ivanov-Gruevski, ottenendo solo il 24,4% dei voti che le hanno assicurato 34 seggi su 124.

Problemi post-elettorali

Sin dalla fine delle elezioni la SDSM ha accusato il partito di maggioranza di aver effettuato dei brogli elettorali, gravi irregolarità e pressioni politiche. Viene riportato dagli osservatori dell’OSCE come vi fosse una «copertura mediatica di parta e sbilanciata»8, causata dal possesso di quasi tutte le televisioni private da elettori e “amici intimi” di Gruevski e dal possesso della televisione pubblica poiché, nel precedente mandato, la VMRO-DPMNE era al governo.

Di conseguenza i deputati del SDSM e il loro leader Zoran Zaev non hanno riconosciuto in alcun modo la legalità delle elezioni politiche e presidenziali, richiedendo a gran voce l’istituzione di un governo tecnico: dall’altro lato, Gruevski non ha assolutamente ascoltato le richieste del SDSM e la crisi politica è andata accentuandosi.

Il climax della crisi politica è sfociato nel boicottaggio del Parlamento da parte di tutti i deputati del SDSM che, dopo sei mesi di assenza dall’aula legislativa, rischiando di decadere come il Presidente del Parlamento Veljankovski (VMRO-DPMNE) ha richiesto9. L’assenza dei parlamentari socialdemocratici ha dato la possibilità di far governare il Paese dalla VMRO-DPMNE e di legiferare senza alcuna discussione o confronto. Facciamo un piccolo passo indietro: in Macedonia vi è una grande percentuale di popolazione albanese, situata nell’ovest del Paese specialmente nelle città di Tetovo, Gostivar, Ohrid, Struga e nella capitale Skopje. L’alta percentuale di popolazione albanese e le richieste di diritti civili e politici uguali per entrambi hanno causato un conflitto nel 2001, che ha portato al riconoscimento della minoranza albanese e la possibilità per i partiti politici albanesi a concorrere alle elezioni amministrative: ciò ha portato alla formazione di due partiti rappresentanti della minoranza albanese, il già citato Unione Democratica per l’Integrazione, guidato da Ali Ahmeti – alleato con la VMRO-DPMNE di Gruevski –, e il Partito Democratico degli Albanesi, guidato da Menduh Thaci. Anche tra i partiti albanesi si è formata una spaccatura, sfociata in una rissa in Parlamento10 e nell’abbandono, anche da parte di quest’ultimi, dell’aula parlamentare. L’organo legislativo, mendace dei due partiti di opposizione, legifera discutendo delle proposte di legge soltanto al suo interno.

Un esempio è la nuova proposta portata avanti dal Ministero dell’Educazione e della Scienza, ossia l’introduzione dell’esame di stato che viene sottoposto al secondo anno e riguarda tutte le materie: dopo la correzione delle prove da parte del Ministero dell’Educazione e della Scienza, chi non avesse superato l’esame non potrebbe più frequentare l’università. Ciò ha provocato l’ira degli studenti, che sono scesi in piazza nei giorni scorsi in 10.00011, chiedendo che questa riforma dell’istruzione venisse abolita. In sostanza, la mancata partecipazione della SDSM non ha potuto quantomeno rallentare la discussione della riforma. Il governo di Gruevski aveva poi assicurato che questa riforma sarebbe stata discussa con alcune delegazioni studentesche, salvo fare retro-front e decidere autonomamente: da qui l’esplosione delle proteste dei giorni passati.

Perché “Aventino”?

 

L’abbandono da parte dell’opposizione del Parlamento e la richiesta di un governo tecnico a causa dei brogli elettorali causati dalla VMRO-DPMNE, lasciano presagire come questo partito possa propendere per una svolta autoritaria, seppur nascosta a causa della volontà di adesione all’UE (la richiesta è stata avanzata nel 2005 e bloccata dalla Grecia per una disputa sul nome “Macedonia”), e il pericolo che questa protesta portata avanti dalla SDSM possa rivelarsi inefficace e dannosa per il Paese e la sua popolazione.

Ovviamente niente di ciò si può leggere con facilità: la censura in Macedonia è altissima a causa del controllo da parte della cricca di Gruevski della quasi totalità dei mezzi d’informazione che non permettono una più o meno libera fuoriuscita di notizie. L’Unione Europea vorrebbe accogliere a braccia aperte la Repubblica di Macedonia ma l’opposizione della Grecia per la disputa sul nome, ovvero la convinzione greca che la “Macedonia” sia soltanto il territorio dell’omonima provincia ellenica, ne impedisce l’ingresso. Ovviamente il suo ingresso sarebbe funzionale alle classi dominanti che potrebbero usufruire di una manodopera a bassissimo costo e la possibilità di delocalizzare con maggiore semplicità a discapito della classe lavoratrice: a difesa di quest’ultima vi è il KPM ( Komunisticka Partija na Makedonija, in italiano Partito Comunista di Macedonia) che deve convivere anch’esso con una dura repressione politica. Come da me riscontrato nell’incontro che ho avuto con il Segretario Generale Pero Odžaklieski il 14 aprile 201412, in occasione del mio ultimo viaggio nel Paese, l’elevato costo per registrare il Partito (circa 500.000 denari macedoni, equivalenti a 8000€ circa) e la repressione nei posti di lavoro statali, dove i dipendenti rischiano di perdere il posto di lavoro se comunisti o nostalgici titini, causa innumerevoli difficoltà per il KPM e la difesa degli interessi degli studenti e dei lavoratori.

 

Succede a pochi chilometri da casa nostra, eppure molti di noi non conoscono nemmeno il nome della capitale della Repubblica di Macedonia.

 


5    Per tutti i dati sulle ultime elezioni amministrative e presidenziali consultare http://www.balkaninsight.com/en/article/macedonia-elections-2014-live-blog

1             1  http://i.imgur.com/e957gBC.jpg

1             2  Relazione completa dell’incontro su http://storiacomunista.wordpress.com/2014/04/19/320/

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