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Test medicina, le proteste degli studenti nelle università: «no al numero chiuso»

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Circa 3000 studenti al Forum di Assago, a Milano, accolti dalle proteste

Si sono tenuti questa mattina i test di ingresso universitari per la facoltà di Medicina. Un totale di 66.907 candidati, per 9100 in Medicina e 908 in Odontoiatria, con 124 posti in meno rispetto allo scorso anno (9224 a medicina). Ogni studente aveva 100 minuti per rispondere a 60 quesiti di cultura generale, logica, biologia, chimica, fisica e matematica.

In tante università, gli aspiranti medici sono stati accolti da proteste organizzate da studenti riuniti in diverse sigle, fra cui quella dei giovani comunisti. Il Fronte della Gioventù Comunista ha infatti organizzato presidi e manifestazioni in numerose città, fra le quali spiccano Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Padova e Salerno.

La protesta del FGC alla Sapienza di Roma
La protesta del FGC alla Sapienza di Roma

«Per giustificare il numero chiuso si parla sempre di meritocrazia, ma non si tiene conto delle differenze economiche che esistono» – ha dichiarato il resp. università Paolo Spena in una nota pubblicata dal FGC – «C’è chi viene da prestigiosi licei del centro e chi da scuole “di serie B”, chi prepara il test con corsi privati da 3000€ e chi passa l’estate a lavorare per pagarsi gli studi. Come si fa a parlare di merito se non si parte dalle stesse condizioni? Questi test, inoltre, servono a tagliare sulla sanità pubblica che oggi è in crisi per mancanza di organico, a tutto vantaggio del privato e in linea coi diktat della UE. Il saldo fra pensionati e neolaureati è negativo e ogni anno si perdono 800 medici mentre l’età media sale. In 10 anni i lavoratori della sanità sono calati di 22mila unità».

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Alla Sapienza presenti anche gli studenti di Link – Coordinamento Universitario

Manifestano anche gli studenti di Link-Coordinamento Universitario: «Quest’anno abbiamo assistito a un nuovo taglio da 9224 a 9100 posti per Medicina» – ha dichiarato il coordinatore nazionale Andrea Torti – «La progressiva riduzione è inaccettabile e va a ledere ulteriormente il diritto allo studio, già colpito da un test assolutamente iniquo. Dopo anni di denunce cadute nel vuoto anche l’Ordine dei medici comincia a mettere in discussione questa programmazione. I tempi sono maturi per aprire un dibattito pubblico sul sistema di accesso alla formazione medica per abolire il numero chiuso».

Contestazione al test alla Federico II di Napoli
Contestazione al test alla Federico II di Napoli

Le proteste, tuttavia, non si limitano alla sola questione del numero chiuso. Nel mirino anche l’attuale modello di istruzione universitaria e l’insufficienza delle misure per il diritto allo studio: «Bisogna invertire la rotta su un’istruzione del tutto asservita a logiche di profitto e interessi privati» – ha affermato il FGC – «Rivendichiamo un’università pubblica accessibile a tutti indipendentemente dal reddito. Abolire le tasse universitarie, eliminare il caro libri e garantire l’erogazione di borse di studio sulla base del reddito, assieme a trasporti e alloggi gratuiti per gli studenti. Abolire i tirocini gratuiti, riconoscere un salario minimo e garantire che siano effettivamente formativi. Vogliamo una pianificazione nazionale che garantisca effettivamente alle nuove generazioni il diritto a un lavoro senza precarietà. Tutto questo è l’esatto opposto dell’università di classe che i padroni e la UE stanno costruendo nel nostro paese».

Bologna, contestazione all'Alma Mater Studiorum
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