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Contributo scolastico, chi è il vero colpevole

* di Federico Bongiovì

Dalla fine di gennaio in tutte le scuole d’Italia le segreterie didattiche si sono attivate perché venissero recapitate alle famiglie le richieste di pagamento del Contributo Scolastico Volontario. Molto spesso però gli studenti, ai quali vengono consegnate le suddette, si trovano di fronte a testi il cui contenuto è ingannevole o quantomeno ambiguo. Numerosi infatti sono i casi in cui, nell’elenco degli obbiettivi perseguibili grazie alla somma ricavata, vengono citati ad esempio l’acquisto delle L.I.M. – lavagne elettroniche multimediali – e più in generale di nuove tecnologie, oppure l’offerta di corsi extracurricolari a detta delle presidenze completamente gratuiti. La modernizzazione delle scuole in campo tecnologico, però, è, almeno a quanto afferma il MIUR, finanziata dallo Stato, mentre per quanto concerne le lezioni pomeridiane, esclusi i corsi di recupero in itinere, esse richiedono nella quasi totalità dei casi un pagamento annuale, ovviamente a carico del singolo. È chiaro perciò come entrambi le voci siano false. Più gravi però sono i casi in cui, sotto il titolo di Contributo Volontario, sono state altresì inserite alcune fantomatiche spese obbligatorie. È il caso di diversi licei piemontesi, e nello specifico dell’eporediese Carlo Botta, nella cui circolare si legge <<Nel contributo sono altresì compresi: spese obbligatorie, ovvero assicurazione individuale studenti […] e libretto per la giustificazione delle assenze; diario/agenda del Liceo con calendario, Regolamenti e Patto di corresponsabilità>>. Solo su richiesta di chiarimenti da parte di alcuni genitori è stato spiegato che questa somma altro non è che la tassa di iscrizione all’anno successivo.

Perciò negli avvisi non solo vengono inserite voci menzognere, ma più subdolamente si mira a far credere che il Contributo Volontario, si sottolinei questo suo appellativo, debba essere pagato perché una sua parte è obbligatoria. Un’espressione a dir poco ossimorica.

Ma qual è la causa di questa condotta disdicevole? È presto detto: far sì che più famiglie possibili paghino la rata volontaria, poiché questa da anni ormai è nei fatti l’unico danaro che le casse scolastiche ricevono. I fondi statali per la Scuola Pubblica raggiungono difatti cifre irrisorie, che non bastano nemmeno a garantire l’apertura dei vari istituti, figurarsi a essere utilizzati in ciò per cui vengono stanziati.

Dunque i veri colpevoli di questa situazione non sono i professori, che condizionano gli studenti, né tantomeno le segreterie didattiche o i dirigenti scolastici, che pilotano a loro volta i docenti. Tutto questo avviene perché la Scuola Pubblica è con l’acqua alla gola, e coloro che ci lavorano si abbassano a compiere azioni tali pur di tentare di salvarla. Il comportamento degli impiegati scolastici può essere dunque comprensibile, anche se non giustificabile, poiché essi continuano a tentare di mantenere l’offerta formativa ad un livello accettabile. Ma non è accollando interamente alle famiglie le spese che ciò può avvenire. La Scuola Pubblica infatti è tale se garantita completamente dallo Stato, a cui i cittadini già pagano delle tasse perché ciò avvenga. Il Contributo Volontario è, perciò, l’attuazione di fatto della sua privatizzazione, e non può essere appoggiato solo perché permette ai presidi di mantenere aperti gli istituti. Esso va dunque boicottato continuamente e con convinzione.

Ma non ci si può fermare alla condanna del modus operandi adottato dalle segreterie didattiche, dal MIUR, dal Governo Renzi, né a una messa al bando dell’esecutivo tutto. È da decenni, infatti, che l’Istruzione è costretta a fronteggiare l’attacco perpetuato ai suoi dalle Istituzioni, siano esse di un colore o dell’altro, e dietro di esse dal vero principale colpevole di tutto ciò: la Borghesia Capitalista. In realtà non è questo particolare presidente ad essere oltremodo malvagio e a volere, quindi, per capriccio, lo smantellamento di qualsiasi sopravvissuta forma di istruzione pubblica e di qualità. Non è straordinario questo processo di decadimento che ora sta raggiungendo il suo apice. Non accade perché voluto da una classe politica particolarmente corrotta o infame. Tutto ciò avviene perché è nell’interesse del Capitale e dei capitalisti che un popolo divenga e resti ignorante, poiché essi hanno bisogno di masse di schiavi, che non sono coscienti dei propri diritti e della propria forza, cosi che possano venire manipolati a piacere.

L’unico antidoto a questo futuro cupo e, ahimè, prossimo è la lotta proletaria e comunista, che si deve tradurre oggi nella strenua difesa della nostra istruzione perpetuata da studenti e insegnanti, uniti in un unico blocco di popolo, e domani nel fermo attacco proletario al capitalismo nel suo insieme. Perché solo abbattendolo potremo avere ciò che chiediamo, come lo vogliamo e soprattutto per sempre. Per questo è importante lottare  e organizzarsi con il Fronte della Gioventù Comunista.

 

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