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È la Cina la nuova frontiera del calcio?

*di Antonio Viteritti

Il calcio-mercato in Europa non è ancora cominciato che già diversi campioni hanno cambiato maglia. Nulla di strano, visto che ormai di bandiere ne esistono poche, ma ciò che stupisce è il passaggio di diversi campioni o comunque ottimi giocatori verso la Cina, nonostante la possibilità di giocare in campionati più competitivi. È il caso del 25enne Oscar, che pur giocando nel campionato più competitivo al mondo, la Premier League, e nella squadra che la sta dominando, il Chelsea, ha scelto di trasferirsi in Cina per 25 milioni di euro all’anno, soldi che anche i top club europei si sognano di pagare! Oppure ancora più eclatante è il caso di Tevez, che lasciò due estati fa la Juve da campione per tornare a giocare nel Boca Juniors, la sua squadra del cuore e quella che lo aveva lanciato nel calcio, e che ora si è trasferito in Cina per 80 milioni di euro in due anni, divenendo il calciatore più pagato al mondo. Ormai il calcio cinese non è più un luogo dove alcuni calciatori vanno a chiudere le proprie carriere in cambio di qualche milione, come potrebbe essere la MLS, ma a suon di milioni sta diventando il campionato più competitivo al mondo ed attira non solo giocatori ed allenatori, ma anche i migliori arbitri al mondo, infatti i vertici della Chinese Super League hanno recentemente preso contatti con l’inglese Clattenburg, eletto miglior arbitro per il 2015/16.

La Cina in realtà ha deciso un investimento a lungo termine di 850 miliardi di euro nel calcio, per fare della Chinese Super League il campionato migliore al mondo, potendosi permettere di acquistare non solo campioni, ma anche allenatori e arbitri, innalzando così il livello di competitività e di appeal del campionato, che in futuro potrebbe fruttare guadagni enormi, e di costruire una nazionale di calcio in grado di vincere il mondiale fra 15/20 anni. Per questo investe molto in strutture e nei settori giovanili, sul modello del Barcellona, ingaggiando gli allenatori dei settori giovanili dei top club europei.

Questo segnerà con buone probabilità la fine del calcio come lo conosciamo noi. Ormai gli stadi sono sempre più vuoti a causa delle Pay Tv e del costo troppo alto dei biglietti, la maggior parte dei gruppi ultras sono stati cancellati o costretti a sottostare alla tessera del tifoso, i calciatori sono ormai interessati solo a guadagnare il più possibile. Il calcio non è più solo uno sport, ma ormai è principalmente business e spettacolo. L’alternativa a questo calcio malato esiste ed è il calcio popolare, l’unico in grado di darci ancora emozioni, che nonostante mille difficoltà continua a resistere e a crescere. Lo ha dimostrato il torneo giocato lo scorso 27 dicembre a Campobasso: un torneo di Calcio popolare fra Brutium Cosenza, Quartograd, città di Fasano e Città di Campobasso. Quest’ultime due squadre sono approdate da poco al calcio popolare, dopo i fallimenti delle loro società, per volere dei tifosi, stanchi di padroni incapaci e interessati solo ai profitti o a riciclare soldi sporchi. Forse il “futuro” per il calcio di oggi è la Cina, ma l’alternativa ad esso sta nel calcio popolare.

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