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«Non vogliamo diventare trasportatori del virus». Intervista a un camionista pugliese

Continuiamo il nostro lavoro di inchiesta tra i lavoratori nell’emergenza sanitaria: abbiamo intervistato Antonio (nome di fantasia) dipendente di una ditta di autotrasporti. La sua testimonianza mette in luce un duplice pericolo, infatti, data la totale assenza di controlli di salute, lui e suoi colleghi, rischiano non solo di contagiarsi, ma di trasformarsi in vettori del contagio viaggiando dalle zone più colpite fino alla Puglia.

Come state vivendo questa crisi sanitaria te ed i tuoi colleghi?

Io personalmente sto cercando di rimanere tranquillo, però diversi miei colleghi sono comprensibilmente molto agitati, specie quando si va nelle zone più colpite. Una conseguenza del virus che sicuramente ci rende il lavoro molto più complicato è la chiusura di tutti i servizi che si trovano fuori dalle autostrade, come gli autogrill (all’interno delle autostrade è possibile prendere da asporto). Ci sono tratti stradali in cui per molte ore non possiamo fermarci né per rifornirci né per riposare come di consueto, dobbiamo portare tutto da casa. Questo rende sicuramente molto più pesante il nostro lavoro, le soste sono uno degli elementi più importanti per la nostra tutela.

Quali sono state le misure adottate dall’azienda, vi sono stati fatti tamponi o controlli della temperatura?

L’azienda ci sta fornendo mascherine, guanti, alcool denaturato e altri prodotti per disinfettare il veicolo. Non sono stati fatti mai né tamponi, nè controlli di salute di alcun tipo, e questo potrebbe essere un pericolo di contagio nelle nostre aree: le tratte che percorriamo arrivano molto spesso nel centro del focolaio lombardo prima di arrivare qui in Puglia. Inoltre, anche in questo periodo, abbiamo più volte lavorato in coppia all’interno del veicolo, quindi lo Stato potrebbe tutelarci imponendo e fornendo dei controlli di salute frequenti per una categoria come la nostra.

Hai detto che le tue tratte comprendono le zone più colpite (Mantova, Bergamo, Milano ecc.), quanti contatti hai con altre persone?

Sicuramente i contatti sono diminuiti, specie nelle grandi aziende, però nelle piccole aziende il contatto a meno di un metro non si riesce mai ad evitare, specie per tutte le procedure di scarico della merce. Questa è una situazione difficilmente evitabile, però sicuramente si può rimediare facendo controlli a noi lavoratori, evitando di trasformarci in trasportatori di Virus.

Mentre milioni di persone sono chiuse in casa e le misure restrittive vietano gli spostamenti, c’è chi per lavoro percorre centinaia di chilometri al giorno in un camion. Questa testimonianza racconta una realtà che non si è fermata ed espone migliaia di lavoratori al rischio di contagio, diventando un vettore non soltanto di merci ma anche del virus da un estremo all’altro della penisola.

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