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102 anni dalla fondazione del PCd’I – eredi di quella storia

Questa sera, presso Casa Gramsci a Torino, il Fronte della Gioventù Comunista  ha celebrato il 102esimo anniversario dalla nascita del Partito Comunista d’Italia. Un’occasione non tanto di commemorazione e nostalgia, ma un momento per ribadire l’eredità che la gioventù comunista sente di portare sulle proprie spalle e con essa le responsabilità storiche che ancora oggi è necessario assumersi. In un periodo in cui ogni giorno si intensifica la battaglia ideologica anticomunista e si affermano nella gioventù sentimenti di nichilismo, indifferenza e apatia, tenere viva la fiamma che animò i comunisti di quei giorni diventa un compito non rimandabile. Questa fiamma vive quotidianamente nel fuoco delle lotte al fianco dei disoccupati, dei lavoratori, nelle scuole, nelle università e nei quartieri popolari.

Quest’occasione si svolge a margine della scuola di formazione politica organizzata dal FGC nei giorni 20-22 gennaio presso l’Aula Parelli occupata di Torino. Un percorso di crescita politica di decine di militanti, ossatura dell’organizzazione, che da tutta Italia partecipano per affrontare in maniera sempre più cosciente e organizzata le lotte che tutti i giorni sono portate avanti nel paese.

Riportiamo di seguito un estratto dell’intervento di Simon Vial, responsabile scuola nazionale del FGC.


«…Oggi i militanti del FGC sono davanti alla casa di Antonio Gramsci perché l’esperienza della fondazione del PCd’I, guidata da uomini come lui, ci insegna la necessità di una via rivoluzionaria per l’organizzazione comunista, per rispondere all’esigenza della classe lavoratrice di un partito coerentemente rivoluzionario, in grado di dotare la classe operaia di un strumento reale e concreto per migliorare in modo durevole le proprie condizioni. L’esperienza della fondazione del PCd’I non può che essere la migliore risposta a chi oggi lancia appelli all’unità della sinistra, a chi sostiene che divisi non si vince nulla: l’unità sulla base di posizioni arretrate e compatibili con il mantenimento di questo sistema significa soltanto indebolire il movimento operaio. A questi rispondiamo invece che la scelta dei comunisti oltre 100 anni fa di dotarsi di un partito rivoluzionario è stata la scelta più coerente per rafforzare la lotta dei lavoratori, scrivendo le pagine migliori della nostra storia, dalla resistenza alle grandi lotte operaie. Rispondiamo che sì, vogliamo l’unità, ma quella dei comunisti, su parole d’ordine rivoluzionarie, per costruire un forte partito, per dare alla classe lavoratrice uno strumento reale di emancipazione. Un secolo dopo i nostri nemici sono gli stessi, i nostri obiettivi sono gli stessi: costruire un forte Partito Comunista è, oggi come allora, una necessità storica fondamentale. Militare nella gioventù comunista deve essere una palestra d’allenamento quotidiana per costruire un’organizzazione che sia reale avanguardia degli strati popolari. 102 anni fa per milioni di operai, braccianti e contadini sorgeva il sol dell’avvenire, il Partito Comunista d’Italia, la migliore risposta alla chiamata alla lotta dell’Ottobre e dell’Internazionale Comunista. Oggi riprendiamo quel filo ideale e rivendichiamo l’attualità e la necessità di costruire il Partito Comunista. Sorgerà di nuovo il sol dell’avvenire!»


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