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Intervista alla delegazione dei CJC al I Congresso del FGC

In che condizioni si trovano i giovani spagnoli?

Precarietà generale: il tasso di disoccupazione giovanile è il più allarmante in Europa, ora che è arrivato al 53%; i contratti di lavoro sono contratti di pratica o lavori temporali; le scuole sono inefficienti e le università, conformemente alla strategia dell’Unione Europea da qui al 2015, tendono alla privatizzazione – come sappiamo, il Capitale per riprodurre se stesso necessita di nuovi mercati. Le tasse di iscrizione sono aumentate esponenzialmente. Si definisce uno scoraggiamento generale che è causa decisiva del disagio giovanile.

Con quali progetti politici vorreste reagire?

Il movimento studentesco deve avere una corrispondenza diretta con il movimento operaio. La nostra idea è quella di costruire un’organizzazione di studenti provenienti dalla classe lavoratrice, così da non perdere l’elemento di classe nella lotta, che è fondamentale.

Quale invece la vostra risposta dal punto di vista sindacale?

Stiamo cercando di istituire i Comitati per L’Unità Operaia, poiché i sindacati maggioritari sono riformisti, mentre quelli che da rivendicazioni economiche vogliono condurre lotte politiche sono in minoranza. Inoltre, è attualmente in formazione un sindacato studentesco di classe.

Come ci hai giustamente fatto presente, è necessario che la lotta non perda la sua caratterizzazione di classe. Come vi siete rapportati al movimento degli Indignados?

Abbiamo capito subito che non si trattava di un movimento di classe, senza un progetto politico chiaro e senza radicalità anti-capitalista. Non avrebbero potuto sintetizzare adeguatamente la contraddizione capitale-lavoro: si trattava per lo più di una valvola di sfogo. A nostro modo di vedere, il radicamento è un valore che supera quello della presenza di piazza, così come l’organizzazione è più importante dell’orizzontalità.

Dove credete che abbia sbagliato il governo di Zapatero?

Il partito socialista accoglie la struttura capitalistica della società sperando di riformarla, ma favorendo nei fatti la borghesia – è quello che si è visto con la riforma del lavoro. Da parte nostra crediamo, diversamente dal partito socialista, che sia doveroso restare su posizioni opposte all’UE e alla NATO.

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