In guerra la prima a morire è sempre la verità. È questa l’impressione che, comunque la si voglia pensare, emerge dalla vicenda siriana. La propaganda di guerra, che nell’era digitale si combatte a suon di immagini, video e tweet, assume una tale viralità in un tempo così ristretto fino a rendere difficoltosa una verifica della veridicità di ogni notizia, con i media che evidenziano in parte una colpevole complicità, in parte l’urgenza di lanciare una notizia eclatante non curandosi di verificarla. Dopo l’aggressione degli USA, che la scorsa notte hanno bombardato una base aerea dell’esercito siriano, probabile azione apripista di …
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