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Carolibri 2012 – 2013

libriSono da poco usciti i risultati della nuova inchiesta sul carolibri del Fronte della Gioventù Comunista. Sorge spontanea una domanda: quanto sono importanti questi dati? Cioè, quanto influisce la spesa per i libri di testo sulle famiglie, soprattutto nella scelta della scuola da far frequentare ad un figlio? Per rispondere basta confrontare i dati raccolti dal FGC con quelli forniti dal Ministero dell’Istruzione sulle iscrizioni all’anno scolastico 2012/2013.

L’inchiesta conferma ancora una volta che il liceo classico è l’indirizzo in cui si spende di più (una media di 340 € l’anno), che registra un aumento significativo di spesa rispetto alla media degli ultimi anni (rispetto ai dati raccolti dal collettivo Senza Tregua) e in cui c’è il più alto tasso di superamento del tetto ministeriale di spesa (71,97 % delle classi, nonostante l’aumento dei tetti). Dall’altra parte di dati del Ministero parlano chiaro: il classico passa dal 7,52 al 6,66% degli iscritti in un anno.
Secondo per costi viene sempre il liceo scientifico: 300 € di spesa annuale in aumento negli ultimi anni, 61,12% di classi oltre i tetti. Conseguenza? Iscritti in calo dal 23,95 al 22,38%.

Completamente in un’altra categoria rientra l’istruzione tecnico-professionali.

Nei tecnici la spessa media annua rimane stabile 240€, solo il 30,97% delle classi supera i tetti (di molto inferiori a quelli dei licei) e le iscrizioni aumentano dell’1,11%.
Nei professionali la spesa è quasi la metà di quella di un classico (175 € di media), anche in questo caso non aumenta da anni, il 37,7% delle classi va oltre i tetti molto bassi, e anche qui gli iscritti crescono (+0,87%).

Quadro complessivo? I licei perdono 1,98% degli iscritti verso gli istituti tecnici e professionali. Tutto questo in un solo anno!

E’ chiaro come la ridistribuzione delle iscrizioni tra i vari indirizzi di studio alla superiori rispecchi precisamente lo schiacciamento verso il basso delle loro condizioni dei lavoratori che viene imposto dai monopoli e dall’Unione Europea.

Questi dati rendono il peso che il costo dei libri ha nel meccanismo di selezione di classe nel nostro paese: le famiglie non scelgono dove mandare i propri figli in base alle loro attitudini e potenzialità, ma solo chi può permettersi queste spese (e la spesa in prospettiva dell’università) va al liceo, per gli altri c’è solo l’istruzione tecnico-professionale ed è troncata ogni speranza di mobilità sociale.

Di fronte a questa situazione la politica ministeriale di contenimento della spesa ha totalmente fallito, non è riuscita a porre freno alla continua adozione di nuove edizioni di vecchi libri, lasciando sempre aperte tutte le porte per la corsa al profitto delle case editrici.

I costi della scuola pubblica non sono più sostenibili dalla famiglie popolari. E’ ora quindi di porre seriamente la questione della gratuità di tutti i libri necessari all’istruzione, unica vera soluzione per garantire l’accesso alla scuola a tutti.

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