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Studenti manifestano contro l’accordo Miur-grandi imprese.

Manifestazioni e proteste studentesche in tutta Italia oggi, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente. I giovani delle scuole superiori puntano il dito contro l’accordo tra MIUR e grandi imprese sull’alternanza scuola lavoro, chiedendone l’immediata cancellazione. Una protesta preceduta nelle scorse settimane da centinaia di contestazioni e blitz di fronte alle sedi di McDonald’s, la multinazionale che ospiterà il maggior numero di studenti (10.000) in stage non retribuiti. «Non saremo schiavi», questo lo slogan che a caratteri cubitali viene esposto sugli striscioni e gridato nelle piazze, contro quello che gli studenti definiscono “un attacco senza precedenti al futuro della gioventù, un accordo scellerato dal cui non abbiamo nulla da guadagnare”.

art2Mentre da Nord a Sud migliaia di studenti sfilavano per le strade, nella capitale un fiume di studenti era diretto alla sede centrale del MIUR, deciso a chiedere un confronto con il Ministero. Nessuna risposta però dal palazzo di viale Trastevere; i portoni restano chiusi, mentre vengono scanditi cori per una giusta paga e diritti in alternanza scuola-lavoro. «È vergognoso che il Ministero dell’Istruzione si rifiuti di ricevere gli studenti, mentre per le grandi imprese e le multinazionali stende un tappeto rosso» spiega Alessandro Fiorucci, responsabile scuola del FGC «Questa è la dimostrazione che la Buona Scuola sia buona soltanto per i padroni, e non per gli studenti che la vivono ogni giorno. È chiaro ormai che le linee guida in materia di scuola vengono decise nelle sedi della Confindustria…». art3

«L’indifferenza del Governo di fronte alle rivendicazioni degli studenti non fa altro che aumentare la nostra determinazione. È inutile che si trincerino dietro ridicoli siparietti in TV e politica da spot elettorale, fuori c’è una realtà con cui prima o poi dovranno fare i conti. Una realtà che giorno dopo giorno si organizza e rinforza le proprie fila, lottando contro la scuola di classe imposta da UE, BCE e FMI e dunque contro questo sistema».

art5Protagonisti delle proteste gli studenti delle scuole tecniche e professionali, che dopo diversi anni in cui sono stati quasi esclusi dalle mobilitazioni occupano oggi un ruolo di prim’ordine, definendo le misure in tema di alternanza come “un grande favore alle imprese e una fregatura per noi studenti, costretti a lavorare senza ricevere alcuna retribuzione”. Le migliaia di studenti che oggi erano in piazza per chiedere il ritiro dell’accordo tra MIUR e grandi imprese stanno mettendo in discussione qualcosa di molto più grande: un sistema che condanna la gioventù a un futuro di precarietà, sfruttamento e assenza di diritti, cercando di addestrare fin dagli ultimi anni di scuola i futuri lavoratori a chinare la testa. Le piazze del 17 novembre dimostrano che gli studenti non hanno alcuna intenzione di piegarsi di fronte alla svendita del loro futuro.

 

 

 

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