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Terzo giorno di proteste a Palermo. Studenti in corteo contro accordo Miur-grandi imprese.

Oggi circa 700 studenti di Palermo sono scesi in corteo per il secondo giorno consecutivo. Una protesta iniziata due giorni fa con un presidio in piazza Tosti, e continuata ieri con un corteo di oltre 400 studenti terminato davanti al McDonald’s. Nel mirino degli studenti, infatti, c’è il recente accordo sull’alternanza scuola-lavoro fra Ministero dell’Istruzione e 16 grandi imprese, fra cui McDonald’s, Eni e FCA. Stamattina gli il corteo ha raggiunto la sede di Confindustria, urlando slogan contro lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro.

Marco Pellerito, giovane rappresentante del liceo Einstein e responsabile locale del FGC
Marco Pellerito, giovane rappresentante del liceo Einstein e responsabile locale del FGC

«Due anni fa ci avevano raccontato che l’alternanza scuola-lavoro avrebbe combattuto precarietà e disoccupazione, oggi mandano 10mila studenti a lavorare da McDonald» – ha affermato Marco Pellerito, rappresentante del Liceo Einstein fra gli organizzatori della protesta – «Chiediamo il ritiro dell’accordo, perché l’alternanza dovrebbe essere un’esperienza formativa, non preparare gli studenti a un futuro di precarietà mentre le multinazionali fanno profitti sulle loro spalle».

palermo2Alla protesta giunge anche la solidarietà di Alessandro Fiorucci, responsabile scuola del Fronte della Gioventù Comunista (FGC), nel quale milita anche Pellerito: «I nostri militanti hanno sostenuto in prima linea questa protesta, il nostro appoggio agli studenti di Palermo è totale. L’alternanza scuola-lavoro e la riforma di Renzi ormai mostrano sempre più il loro vero volto: una “buona scuola” non per gli studenti, ma per i padroni e le imprese, che spesso grazie all’alternanza trasformano le scuole in corsi di formazione aziendale. È inaccettabile trasformare gli studenti in stage in manodopera a basso costo; per questo chiediamo che agli studenti in alternanza sia riconosciuta una giusta retribuzione per le ore lavorate, e che si pongano limiti agli orari di lavoro, rispettando il carattere formativo che deve avere l’alternanza.»

 

 

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