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Studenti in agitazione in tutta Italia. «In piazza il 29 gennaio»

In 8 regioni italiane le scuole superiori hanno riaperto in seguito alle forti pressioni del Governo. Molti presidenti di regione hanno optato per rimandare il rientro in presenza ma i tribunali amministrativi regionali (TAR) hanno accettato diversi ricorsi per imporre la riapertura al 50%, come in Emilia Romagna dove gli studenti sono tornati in classe ieri.

Da giovedì 7 gennaio in tutto il paese gli studenti protestano e scioperano rivendicando un’inversione di rotta per la scuola pubblica. A Roma e in provincia numerose scuole hanno scioperato l’11 gennaio, anche a Milano diversi edifici scolastici sono stati occupati in modo simbolico. La lotta degli studenti che si sta sviluppando in tutta Italia non è però, come vorrebbe far credere il ministro Azzolina, una semplice richiesta di rientro in presenza. Gli studenti infatti denunciano senza mezzi termini la mancanza di provvedimenti concreti dal mese di settembre per garantire la sicurezza di tutti negli istituti scolastici e l’assenza di diritti sostanziali in DAD. In molte città gli studenti rifiutano di tornare a scuola con i mezzi pubblici sovraffollati e le classi pollaio, senza nessuna garanzia di accesso ai tamponi in caso di sospetti casi Covid.

A dimostrazione di questa richiesta di sicurezza in tutto il Paese gli studenti hanno scioperato ieri, lunedì 18 gennaio, nelle regioni in cui si è rientrati a scuola: Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio. A Torino gli studenti di diverse scuole hanno organizzato azioni dimostrative, al liceo Massimo d’Azeglio in più di 50 hanno partecipato e con bomboletta e stencil hanno impresso il simbolo del rischio biologico sulle immagini di Azzolina e Conte. «Queste modalità di rientro e la mancanza di diritti in DAD sono inaccettabili» ha dichiarato Daniele Mongini, presidente di Consulta e rappresentante del D’Azgeglio «per questo scendiamo in piazza il 29 gennaio nella data dello sciopero generale convocato dai sindacati conflittuali. Spalla a spalla con i lavoratori condividiamo le stesse contraddizioni della pandemia, non vogliamo essere noi a pagare il prezzo della crisi sanitaria mentre le aziende continuano a fare profitti.»

Anche a Roma e provincia gli studenti scioperano in diverse scuole nel primo giorno del rientro. Diverse assemblee territoriali e collettivi delle scuole hanno rilanciato la protesta rivendicando di rafforzare il trasporto pubblico locale e l’aumento degli insegnanti per cancellare le classi pollaio. Delegazioni di operai hanno partecipato a diverse assemblee e presidi studenteschi in sostegno e per discutere delle motivazioni dello sciopero generale del 29 gennaio. Un primo segnale di unione tra le lotte delle scuole e quelle del mondo del lavoro che mirano a costruire nuovi rapporti di forza contro le politiche antipopolari del Governo.

 

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