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Idee e lotta

A 100 anni dall’assassinio di Luxemburg e Liebknecht, l’esempio di due rivoluzionari

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*di Giorgio Pica “Oggi, a Berlino, la borghesia e i socialtraditori esultano: sono riusciti ad assassinare K. Liebknecht e R. Luxemburg. Ebert e Scheidemann, che per quattro anni hanno condotto gli operai al macello, in nome di interessi briganteschi, si sono assunti oggi la parte dei carnefici dei dirigenti proletari. L’esempio della rivoluzione tedesca ci persuade che la «democrazia» è solo una copertura della rapina borghese e della violenza più feroce.  Morte ai carnefici!”[1] Cento anni fa, il 15 gennaio 1919, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, leader della classe operaia tedesca, furono assassinati nella brutale repressione del fallito tentativo di rovesciare il governo di F.Ebert, a seguito della sostituzione da capo della …

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28 luglio 1943: una scintilla nella coscienza operaia

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*di Sebastian Pelli e Adnan Nemri Il 25 luglio del 1943, in seguito alla caduta di Mussolini, il generale Badoglio annunciò l’intenzione di proseguire con la guerra a fianco della Germania nazista. In tutta Italia cittadini e lavoratori scesero in piazza per opporsi alla guerra dei padroni, stanchi di soffrire le conseguenze di un conflitto mai voluto. A Reggio Emilia nacque un corteo spontaneo e pacifico da parte degli operai delle Officine Meccaniche Reggiane, che venne represso nel sangue per mano di un plotone di bersaglieri in servizio d’ordine pubblico. Vennero assassinati nove operai, tra cui una donna incinta (Antonio …

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L’ipocrisia nella venerazione dei Romanov

L’ipocrisia nella venerazione dei Romanov

*di Lorenzo Vagni Cento anni fa, esattamente il 17 luglio 1918, nella città di Ekaterinburg fu giustiziato, su disposizione del Soviet regionale degli Urali, l’ex zar Nicola II, arrestato il 15 marzo del 1917 dal governo provvisorio borghese di Kerenskij e trasferito nell’aprile 1918 ad Ekaterinburg con gli altri membri della famiglia Romanov, con lui detenuti nella cosiddetta Casa Ipat’ev. I dettagli della morte di Nicola II e dei suoi familiari sono peraltro incerti e controversi. L’esecuzione avvenne nel pieno della guerra civile russa, in una fase di ritirata dell’Armata Rossa e di avanzata dell’Armata Bianca, reazionaria e filomonarchica. Molti decenni dopo si …

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L’esempio della Rivolta di Tricase, 83 anni dopo

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* di Jacopo Sabato  Fimmene fimmene ca sciati allu tabaccu ne sciati doi e ne turnati quattru. (Donne donne che andate al tabacco andate in due e tornate in quattro). Con queste parole iniziava un noto canto popolare di protesta delle tabacchine impegnate nel lavoro nelle tabaccherie salentine. Parole che denunciavano le condizioni di lavoro e di abuso delle tabacchine da parte del padrone sul posto di lavoro. Con l’ultima frase si intendevano sia le tabacchine che tornavano gravide a causa degli abusi da parte del padrone, sia la stanchezza nel “farsi in quattro” durante la giornata lavorativa. Si parla …

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Per riflettere su Peppino Impastato e la lotta alla mafia, oltre la canonizzazione

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Ricorrono oggi i 40 anni dall’assassinio di Peppino Impastato. La figura di Peppino, figlio di una famiglia mafiosa che sposa le idee rivoluzionarie dei comunisti e finisce assassinato proprio dalla mafia, è tornata alla ribalta negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di oblio. E come accade a molte figure, la “canonizzazione” va di pari passo con lo svuotamento del contenuto rivoluzionario delle idee per cui in vita si è battuto. Peppino Impastato era un comunista.  Un militante che lottava per una società diversa, libera dallo sfruttamento, in cui l’opposizione alla mafia andava di pari passo con quella contro lo …

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Si chiude un anno di lotta, avanti verso nuove sfide

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Si chiude un anno che ha segnato importanti traguardi per la gioventù comunista, e più in generale per la ricostruzione comunista nel nostro paese. In uno scritto giovanile, Antonio Gramsci scriveva di “odiare il capodanno” per l’idea che “tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria”. Certamente la lotta del FGC si svolge senza interruzioni, esattamente come Gramsci riteneva – giustamente – si sviluppasse la storia dell’uomo. Ma il 2017 resta ugualmente un anno importante per ciò che abbiamo conseguito. I nostri compagni crescono, si formano, diventano agitatori rivoluzionari e punti di …

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In memoria dei fratelli Cervi, una riflessione per il nostro tempo

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*di Emanuele Cotti e Sebastian Pelli (FGC – Reggio Emilia) 28 dicembre 1943. Settantaquattro anni fa i sette fratelli Cervi (Gelindo, Antenore, Ferdinando, Aldo, Agostino, Ettore ed Ovidio) furono fucilati a Reggio Emilia, assieme a Quarto Camurri, da un plotone d’esecuzione fascista. Antifascisti convinti, i Cervi fecero della loro dimora un vero e proprio rifugio politico: ribelli provenienti da tutto il mondo, che combatterono l’invasione nazifascista, furono accolti presso la loro casa. I repubblichini, invece, ci videro il loro primo nemico organizzato, non solo per il pieno supporto alla resistenza armata, ma anche per la grande autonomia intellettuale: nel 1934 …

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I fatti di Rovereta e la storia dimenticata di San Marino rossa

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Ricorre oggi il 60° anniversario di una vicenda molto poco conosciuta nel nostro paese, nonostante sia accaduta proprio in Italia… o meglio, all’estero, ma in quella che, geograficamente, è la penisola italiana. Si tratta dei “fatti di Rovereta”, uno degli avvenimenti più bui nella storia della piccola Repubblica di San Marino, che vide il governo delle sinistre rovesciato, nei fatti, da un colpo di Stato sostenuto dal Governo italiano e dagli USA. Una repubblica piccola ma scomoda Pochi sanno che durante la guerra fredda San Marino era una piccola “repubblica rossa”. Alle elezioni del 1945 la coalizione formata dal Partito …

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L’esempio di Ferruccio Nazionale, caduto antifascista a 22 anni

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*di Ivan Boine “Aveva tentato con le armi di colpire la Decima”. Questa la scritta sul cartello messo al collo del cadavere penzolante di Ferruccio Nazionale, giovane operaio e partigiano impiccato 73 anni fa dalla Xª Divisione MAS a Ivrea (provincia di Torino) nella piazza del municipio, che oggi porta il suo nome. La storia di Nazionale è una storia come tante altre, la storia di un giovane che decide di prendere le armi e combattere contro la dittatura fascista e l’occupazione tedesca, decisione che lo porta al sacrificio estremo in nome della libertà e della costruzione di un mondo …

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A dieci anni dalla morte di Giovanni Pesce

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«Giovanni Pesce è stato il più grande partigiano, non d’Italia, ma di tutta l’Europa». Così affermava qualche anno fa il partigiano Mario Fiorentini, intervistato a Roma per la realizzazione del documentario “Noi sempre lotterem” in occasione dei 70 anni della Liberazione. Giovanni Pesce ci lasciava esattamente 10 anni fa, il 27 luglio 2007, dopo una vita intera di impegno nella lotta. È dalla sua opera più famosa, Senza Tregua, che riprende il nome il nostro giornale. Fu la prima opera a raccontare da vicino la guerra dei GAP (che appunto è il sottotitolo del libro), e resta tutt’oggi una delle …

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