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Tensione in Macedonia: la guerriglia urbana che può diventare un altro sanguinoso conflitto

* di Edoardo Genovese

Nel corso della storia il nazionalismo ha sempre portato problemi per la classe lavoratrice.

In Macedonia si assiste sempre più all’ondata di nazionalismo che vede contrapposti i macedoni e la minoranza albanese, stanziatasi in gran numero, anche se presenti già da tempo, nell’ex Repubblica Jugoslava in seguito della guerra del Kosovo.

L’odio etnico si respira ogni giorno all’interno della Macedonia e della sua capitale, Skopje: scritte sui muri e sui mezzi pubblici recano messaggi inneggianti all’UÇK oppure augurandosi la morte dell’etnia albanese.

Già nel 2000-2001 l’esasperato sciovinismo portò a un conflitto armato nelle regioni a nord del paese dove persero la vita, tra civili e militari di entrambe le fazioni, circa 450 persone. La guerra si calmò, almeno per quel momento, salvo poi avere nuovamente momenti di tensione nel 2011 e in questi giorni.

L’escalation di violenza è nata per un normale caso di furto: il 19 maggio, nel quartiere di Gjorče Petrov è stato ucciso Angel, un ragazzo macedone di 19 anni da un albanese. Stava festeggiando la maturità quando, nei pressi della Clinica Oculistica Europea, è stato freddato con una coltellata al cuore. Il ragazzo aveva assistito, con il padre, al furto della sua bicicletta; immediatamente inseguito in automobile il ladro, ha dovuto proseguire l’inseguimento a piedi e proprio in questo momento il ladro ha colpito il ragazzo con due coltellate al cuore.1 La reazione, violenta, dei macedoni è stata immediata. Il quartiere di Gjorče Petrov è stato messo a ferro e fuoco2 e la polizia è intervenuta per cercare di calmierare la situazione, ma pare che l’ondata di violenza non si voglia fermare. La vendetta, ricercata dai macedoni, è l’obiettivo e il rischio che questo episodio diventi un conflitto su scala nazionale è molto forte. Nei momenti immediatamente successivi l’omicidio si sono registrati circa 50 feriti, compresi anziani, che possono avere difficoltà ad ottenere le cure necessarie dal momento che la polizia ha bloccato la zona e disperso la folla con il gas lacrimogeno. Per contro, la gente scesa nuovamente in piazza e ha reagito contro la polizia con il lancio di bombe carta e pietre34. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, oltre ai 50 feriti vanno aggiunti circa 20 arrestati. La paura ora è che tutto ciò possa degenerare.

Lo sciovinismo che si respira nell’aria di Skopje è frutto di un’esasperazione politica portata avanti dall’Albania, vogliosa di inglobare nel suo territorio le regioni a nord della Macedonia, comprendenti città come Tetovo, Gostivar e la stessa capitale, Skopje: l’idea della Lega di Prizren del 1878, riguardante la creazione della Grande Albania, non è ancora morto definitivamente. D’altro canto i macedoni usano il nazionalismo per rivendicare la propria esistenza, dal momento che, dichiaratisi indipendenti dalla Jugoslavia nel 1991, ebbero alcune divergenze con la Grecia e la Bulgaria riguardante il nome5 e la lingua6.

In quest’ondata di odio e violenza chi subirà saranno i giovani e la classe lavoratrice. La guerriglia urbana sta provocando tra i giovani la paura di uscire di casa e il terrore che questa si trasformi in qualcosa di più grande e ingestibile, ovvero una guerra. E per questo motivo la classe lavoratrice, già privata di moltissimi diritti, si troverebbe stretta in una morsa mortale.

L’eventualità di un conflitto armato non è poi così impensabile: per quanto la situazione, attualmente, sia confinata all’interno di guerriglia urbana, è alta la possibilità che il nazionalismo innalzi il livello di tensione causando una vera e propria guerra.

La situazione in Macedonia, che è uno dei paese più poveri del continente europeo (nella classifica del reddito pro-capite la Repubblica di Macedonia si trova al 100° posto, con un PIL nominale pro capite pari a 4660$7), va monitorata con attenzione. I Balcani in questo momento stanno vivendo uno dei momenti più difficili della loro storia: la Serbia e la Bosnia sono state colpite da un violento nubifragio nei giorni scorsi, devastando completamente i due Stati e la Macedonia ora vive questo momento di alta tensione urbana. Da sempre sono stati definiti, spregiativamente, la “polveriera d’Europa” e queste situazioni di crisi che stanno investendo questi Stati possono essere problematici a livello anche internazionale. Per “balcanizzazione” si intende infatti la «perturbazione dell’ordine interno di un paese con conseguente indebolimento politico o smembramento artificioso in più stati»8.

In Italia, però, l’informazione borghese si dimentica di quel piccolo paese di soli due milioni di abitanti, dove la paura della guerra è forte, e preferisce sproloquiare sulle elezioni europee, Grillo, Renzi e Berlusconi.

La gente muore, gli equilibri si spezzano, l’Italia borghese si gira dall’altra parte.

 

 


4    “Големиот инцидент се случи на главната улица во Ѓорче Петров каде што неколку стотини лица се обидеа да се пресметаат со официјалните полициски сили, при тоа фрлајки камења и се што ќе им дојде при рака”: “Grossi scontri sono accaduti sulla strada principale di Gjorče Petrov dove diverse centinaia di persone sono scese in piazza scontradosi con la polizia, lanciando pietre e tutto ciò che possono prendere con le mani”. http://vecer.mk/default.asp?ItemID=8D8084AD4A494C4AB25C28A49D963CAF

5    La Grecia asserisce che il nome Macedonia si riferisce soltanto alla regione a nord del paese ellenico, con capoluogo Salonicco

6    La Bulgaria ebbe un diverbio politico con le autorità macedoni, ora risolto, affermando che la lingua macedone fosse soltanto un dialetto derivante dalla lingua bulgara e che fosse stata creata artificialmente durante il governo di Tito

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