Home / Lavoro / Il caso ex memc: quello che la classe lavoratrice deve accettare
Lavoratori della ex Memc in assemblea
Lavoratori della ex Memc in assemblea

Il caso ex memc: quello che la classe lavoratrice deve accettare

*di Giacomo Venturato

Dal mese di luglio i lavoratori dell’ex Memc di Sinigo ( di cui ci eravamo già occupati in precedenza ) non ricevono lo stipendio. Dal mese di luglio i 157 operai della Solland Silicion prestano il proprio lavoro senza alcuna retribuzione. Una condizione che può essere definita con un’ unica parola, schiavitù. Per troppo tempo gli operai sono stati presi in giro con vacue rassicurazioni e innumerevoli promesse di risolvere la situazione espresse da parte del dirigente dello stabilimento, Massimo Pugliese (risultato magicamente, da un giorno all’altro, senza alcuna disponibilità finanziaria), basate su possibili finanziamenti di 10 milioni da parte di un ipotetico socio tedesco, che chiaramente ha abbandonato le trattative. Dopo l’ennesimo tracollo, Pugliese ha preso tempo e come solo un buon imprenditore privo di risposte può fare, si è aggrappato in un primo momento alla chimera di un possibile boom del mercato del silicio. Il secondo passo, essendo il primo evidentemente a vuoto, è stato addirittura l’ipocrita appello al Governo, tramite il Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere ulteriori aiuti economici. Un Governo che negli ultimi mesi ha inasprito le politiche che attaccano i diritti dei lavoratori, come richiesto dai diktat antipopolari dell’Ue, smantellando così tutto ciò che si era riusciti a conquistare con anni di dure lotte. Insomma gli operai, dopo un’ infinita successione di sberleffi, rimangono sempre nella stessa condizione di precarietà ed incertezza, abbandonati a se stessi.

Qual è stato il comportamento delle organizzazioni dei lavoratori?

Naturalmente i sindacati hanno sempre trattato a ribasso senza dare il minimo segno di conflittualità vera, senza cercare una reale linea di demarcazione con chi per anni ha approfittato del sudore e della fatica dei lavoratori; al contrario, non prendendo una posizione chiara fin da subito sono divenuti dei cuscinetti cautelativi per l’imprenditore. I sindacati concertativi, per loro stessa natura, hanno avuto da sempre tale finalità, rifiutando così ogni prospettiva progettuale di tipo propositiva, che solo un sindacato di classe può avere ( come ad esempio può essere il Pame in Grecia, unica organizzazione sindacale che si pone realmente come garante degli interessi dei lavoratori e dei disoccupati greci ). In sostanza, rimangono solo un mucchio di promesse a cui questi sindacati , per troppo tempo, non hanno saputo far fronte in maniera dura ed organizzata, dando adito ad un peggioramento vertiginoso dello stato in cui ora gli operai permangono. I risultati di questa lunga vicenda sono il frutto di questa impostazione politica e programmatica e fanno quindi da monito a coloro che hanno abbandonato ogni intenzione di porsi come avanguardia della classe lavoratrice, indicando in modo chiaro quale dovrebbe essere invece la strada da seguire.

E i lavoratori come si pongono in questo scenario?

Agli operai del policristallo, che oltre a non vedere arrivare lo stipendio da mesi e a sentire rinvii e false rassicurazioni, è perfino arrivata la comunicazione del blocco della cassa integrazione effettuato dall’Inps, unica sponda ormai rimasta ai lavoratori per far fronte a questa drammatica condizione. Ecco qual è lo scenario nel quale i lavoratori della Solland Silicon sono costretti a vivere. Lavoratori abbandonati a loro stessi che nel mese scorso hanno lanciato un messaggio chiaro di opposizione e conflittualità, occupando la fabbrica, ma che fin’ora non ha trovato nessuna risposta da parte dell’imprenditore. Non è certo una storia nuova sul piano nazionale ed europeo, caratterizzato dal continuo aumento della disoccupazione, dalla riduzione ( se non addirittura sospensione, come in questo caso) dei salari e da un’offensiva sempre più forte che il capitale muove contro le classi lavoratrici, per favorire d’altra parte l’aumento dei profitti monopolistici. I lavoratori dell’ Ex Memc, così come tutti coloro che appartengono alla classe lavoratrice, devono accettare e prendere atto che la loro condizione di sfruttati non può essere scissa dalle regole di un sistema che di sfruttamento si nutre. Per tale motivo è necessario, in un momento di tale crisi, dove le contraddizioni del sistema capitalistico sono sempre più evidenti, che i lavoratori guardino la realtà con occhi disillusi, senza cadere nell’inganno di sindacati, che promettono conquiste di cui non si possono fare garanti, proprio perchè ormai compromessi e funzionali al mantenimento di sistema economico putrefatto, marcio. Al contrario, le conquiste si possono ottenere solo attraverso un lotta organizzata guidata ed accompagnata da un sindacato di classe e da un soggetto politico che si propone realmente come conflittuale all’interno degli assetti sociali-economici attuali. I lavoratori dell’Ex Memc hanno già dato un segnale di poter rispondere alle provocazioni ed alle bugie subite, ma questo segnale d’avviso deve diventare il primo passo, l’inizio di un duraturo e continuo periodo di lotte.

Commenti Facebook

About Redazione Senza Tregua

Giornale ufficiale del Fronte della Gioventù Comunista

Check Also

sciopero-generale-1

Guerra, carovita, governo Meloni: serve lo sciopero generale (quello vero!)

Con il cosiddetto Decreto Lavoro  il governo Meloni ha assestato un ulteriore colpo nella carne …