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Sui cori nazisti degli ultras tedeschi

Venerdì scorso durante la partita Repubblica Ceca- Germania, valida per le qualificazioni ai mondiali del 2018, i tifosi tedeschi giunti fino a Praga hanno intonato per tutta la partita dei cori nazisti. La partita, terminata 2 a 1 per la nazionale ospite, ricorreva proprio il 1 Settembre, giorno in cui la Germania nazista invase la Polonia e diede inizio alla seconda guerra mondiale. Sugli spalti le braccia tese ed i “Sieg Heil” hanno accompagnato la squadra per tutti i 90 minuti. A fine partita i giocatori hanno deciso di non andare a salutare i tifosi arrivati fino a Praga (probabilmente perché oltre ai cori nazisti si sono susseguiti anche diversi cori all’indirizzo di Timo Werner attaccante tedesco che da poco si è trasferito dallo Stoccarda ai RB Lipsia suscitando varie polemiche). Matt Hummels difensore tedesco ha dichiarato a fine gara: “Uno scandalo, uno schifo. Io vorrei non entrassero più dentro lo stadio. Già durante il minuto di silenzio si sono comportati male. Poi gli insulti a Werner. Per questo non siamo andati sotto la curva al termine della gara: ci distanziamo da quanto successo. Non sono tifosi, è solo gente che crea scompiglio e vuole scontri.” La Federcalcio tedesca invece, ha chiesto pubblicamente scusa per l’accaduto poche ore dopo il match.

Nonostante la presa di posizione da parte della squadra verso i tifosi (anche se non è certo che la nazionale tedesca abbia deciso di non salutarli a causa dei cori nazisti) si nota come da troppo tempo ormai i gruppi organizzati con un orientamento nazionalista e xenofobo entrino tranquillamente negli stadi e riescano a propagandare il loro ideale politico sulle gradinate di tutta Europa. Lo stesso vale per i media che prima di mettere in onda un servizio, o prima di pubblicare un articolo, in grado di testimoniare la presenza di tifosi neonazisti e le loro azioni, ci pensano bene due volte e quando lo fanno cercano di nascondere il più possibile il contenuto dei messaggi che cercano di veicolare. Tutto questo mentre le varie leggi contro il fenomeno degli “hooligans”, applicate in tutto il continente, hanno di fatto allontanato dagli spalti solo le tifoserie organizzate che portavano avanti ideali diametralmente opposti a quelli fomentati dagli ultrà di ispirazione neo-nazista. In tutta Italia, erano diverse le tifoserie che cercavano di aggregare sempre più giovani, che si davano come obiettivo quello di combattere il degrado delle città con un occhio di riguardo sempre rivolto agli strati sociali più deboli, e alle tematiche che riguardano il territorio e la difesa del posto di lavoro. Ora invece la violenza è rimasta, mentre il pubblico e gli appassionati che riempivano gli stadi ogni settimana preferiscono guardare la partita in televisione.

Questi avvenimenti, che si ripetono sempre con maggiore frequenza (vedi i cori nazisti alla festa dell’Hellas Verona di qualche settimana fa) ci fanno capire come sia importante contrastare a partire dalle scuole, dalle università e dai luoghi di lavoro la propaganda reazionaria e neofascista. Strappare alla destra xenofoba la gioventù è diventa una priorità che deve spingerci a lottare giorno dopo giorno contro questo sistema senza delegare questo ruolo alle istituzioni, che in molti casi fanno il loro stesso gioco.

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