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«In prima linea con turni impossibili e senza protezioni». La lettera-denuncia dei soccorritori lombardi

Riceviamo e pubblichiamo la lettera con cui i soccorritori lombardi denunciano all’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU) le numerose criticità che affliggono il loro settore lavorativo e che la corrente emergenza sanitaria, dovuta alla diffusione del Coronavirus, sta acuendo in maniera preoccupante.

Facciamo un po’ di chiarezza: l’AREU è l’agenzia regionale lombarda, inclusa nel sistema sanitario regionale e competente nella gestione delle emergenze e delle urgenze sanitarie; nonostante si tratti di un’azienda pubblica, essa opera appaltando i servizi di soccorso ad enti privati – principalmente  associazioni –, le quali non risultano però spesso in grado di garantire ai propri dipendenti né condizioni di lavoro dignitose e sicure, né una retribuzione adeguata al numero di ore di lavoro e ai rischi che una professione come quella del soccorritore comporta.

Al fine di approfondire la questione, abbiamo raccolto la testimonianza di Giorgia (nome di fantasia), venticinquenne milanese che lavora come soccorritrice in ambulanza per uno degli enti cui si accennava. Il quadro descrittoci dalla nostra fonte, che rientra tra i firmatari della lettera, risulta problematico già in partenza: “Molti di noi vivono di norma una situazione al limite della legalità, per cui non risultano inquadrati come veri e propri lavoratori dipendenti, ma come semplici volontari. Ciò comporta che non solo il lavoro venga svolto del tutto in nero, ma anche che gli stipendi siano davvero bassissimi: può capitare che per un turno di dodici ore consecutive si venga pagati appena 50 euro”. Entrando nel merito dell’attuale contesto emergenziale, Giorgia ci spiega che “alcuni dei volontari – tanto quelli veri quanto quelli fittizi – hanno dato forfait perché non se la sentivano di affrontare l’emergenza, così che al momento, laddove le defezioni sono state consistenti, chi continua a lavorare è tenuto a reggere turni di dodici ore senza i riposi: questo significa che capita di frequente di dover fare un turno notturno di dodici ore e uno di altrettante ore il giorno immediatamente successivo. È evidente che questo sistema massacrante di turnazione tolga la lucidità necessaria per affrontare un lavoro simile. Inoltre, una volta esaurite molto facilmente le sole dieci ore di straordinario che ci sono riconosciute, tutto il resto delle ore di lavoro in più che svolgiamo finisce nel cosiddetto ROL, cioè ore da recuperare successivamente scambiandole con ore di riposo, ma è chiaro che, in questa situazione di carenza assoluta di personale, non potremo recuperare proprio nulla!”. Per quanto il venir meno dei volontari abbia peggiorato notevolmente le sue condizioni di lavoro, Giorgia afferma che non intende assolutamente biasimarli, “perché i volontari non si sentono tutelati, hanno giustamente paura e sono usati come carne da macello proprio in circostanze come quella attuale”.

Alla nostra domanda sulla tutela della salute dei lavoratori delle ambulanze, la soccorritrice ci risponde: “il mio ente per ora ci fornisce i dispositivi di protezione, ma tanti altri non riescono più a far fronte a questo genere di spesa, soprattutto perché i prezzi dei dispositivi di protezione individuale sono triplicati. Un altro problema è quello della capillare carenza degli spogliatoi e dei servizi lavanderia all’interno delle sedi delle associazioni, per cui molti colleghi e tutti i volontari non solo non possono cambiarsi, ma sono anche costretti a tornare a casa in divisa e a lavarla nelle loro lavatrici, con un evidente contraddizione di qualsiasi norma igienica, oltre che rischio per la salute loro, delle loro famiglie e degli stessi pazienti”.

Conclude poi Giorgia, dando sfogo anche a qualche considerazione personale: “L’emergenza sta chiaramente evidenziando come il sistema di appalti concessi dall’ente pubblico ai privati sia fallace sotto ogni punto di vista, soprattutto perché la maggior parte dell’emergenza/urgenza è gestita dal volontariato, che, come abbiamo già sottolineato, oggi c’è, ma domani potrebbe non esserci: il castello di carta così costruito rischia di crollare, e in tante sedi sta effettivamente crollando. L’ente pubblico dovrebbe ricoprire una funzione di controllo sui privati, e invece si limita a mandare direttive via mail ogni giorno, mentre per il resto volta la faccia dall’altra parte. L’AREU è perfettamente consapevole del fatto che, in assenza dei volontari, le associazioni non dispongono delle risorse necessarie per dare seguito a nuove assunzioni e che, di conseguenza, il carico enorme di lavoro è riversato sui pochi e sottopagati dipendenti già presenti. Nonostante ciò, nulla viene fatto per cambiare questo sistema, le cui vittime principali siamo noi lavoratori, cioè le ultime ruote del carro”. L’appello di Giorgia è rivolto anche alla collettività: “Chiediamo a tutta la cittadinanza di non lasciarci da soli, di aiutarci a farci sentire con chi ci usa come carne da macello, come utili burattini al momento del bisogno per poi buttarci nel dimenticatoio a emergenza finita. Non dimenticatevi di noi, della nostra passione, del nostro sacrificio, del nostro grido d’aiuto. AIUTATECI AD AIUTARVI.”

 

Di seguito il testo della lettera dei soccorritori:

Grazie Areu per averci messo in prima linea contro il covid senza i dispositivi di protezione individuale per tutti.
Grazie Areu per non aver fatto mai nulla per riconoscere la nostra professione.
Grazie Areu per sfruttare i volontari e usarci per tappa buchi quando serve.
Grazie Areu per la precarietà lavorativa alla quale ci condanni.
Grazie Areu per aver creato un bacino di voti e non una struttura che valorizza i professionisti.
Grazie Areu perché non abbiamo gli spogliatoi.
Grazie Areu perché non abbiamo le divise.
Grazie per farci lavare le divise a casa, nelle nostre lavatrici.
Grazie Areu perché non abbiamo i buoni pasto.
Grazie Areu perché non ci pagano gli straordinari.
Grazie Areu perché alle volte siamo obbligati a lavorare come volontari.
Grazie Areu perché risponderai che tu hai stipulato convenzioni regolari a terzi e sono loro a doverci garantire tutto questo, sapendo che essendo associazioni non riusciranno ad adempire: stessa spesa per la sanità pubblica ma più potere di contrattazione.
Grazie Areu per aver gestito la situazione Esacri portando ad una vertenza perdente per le ASST interessate, con danno economico a loro e non a LEI, anzi ringraziamo anche le ASST.
Grazie Areu per farci la formazione con i video YouTube.
Grazie Areu per voler diventare Agenzia altro passo per sfruttare i lavoratori.
Grazie Areu per averci assoggettati a turni impossibili non normati.
Grazie Areu perché sei stata scelta per dirigere un’attività nobile come quella del soccorso e sei riuscita a trasformarla nella guerra delle convenzioni al ribasso e delle ambulanze a due soccorritori .
Grazie Areu perché hai costruito il tuo impero sul nostro impegno quotidiano e la nostra dedizione tagliandoci fuori da ogni scelta.
Grazie Areu perché ogni giorno non ti interessi della qualità dei servizi, ma solo della quantità.
Grazie Areu perché nel 2017 ,170 vostri dipendenti hanno guadagnato 7 milioni 590 mila euro.
Grazie Areu potremmo andare avanti per giorni, ma finito questo periodo le porgeremo di persona le grazie.

Ma soprattutto Grazie Areu perché nonostante tutto ciò la cittadinanza ci ama, ci vede in prima linea a bere nelle pozzanghere delle colonnine delle piazze sotto la pioggia, il sole, il caldo, il freddo.
Ci saluta con un sorriso, ci esprime solidarietà, affetto, amore, felicità.

Grazie Areu questi sentimenti non li sentirai mai, perché forse in fondo sai che la vera Areu siamo noi e solo quando avrai il coraggio di scendere dal trono che ti sei costruita sul nostro operato, solo allora potrai guardare i nostri occhi e vedere quanto abbiamo creduto in te, tanto, anche da mettere in pericolo la nostra vita, come in questi giorni. Quando ti rivedrai nei nostri occhi allora potrai capire che è ora di smetterla di sfruttare l’amore che proviamo per il nostro lavoro e, per una volta, potresti dirci tu un “grazie” riconoscente, un vero grazie che possa riconoscere quello che noi, ogni giorno e da sempre, facciamo per te.

firmata

I Soccorritori Lombardi

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