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«Via il Bloqueo a Cuba». Decine di manifestazioni annunciate in Italia da domani

Nelle giornate del 29 e del 30 maggio in tutta Italia ci saranno mobilitazioni per chiedere l’eliminazione del Bloqueo, il criminale embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA in modo unilaterale da oltre 60 anni. Le date di mobilitazione sono state indette dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, in sostegno a Cuba nella presentazione del 29esimo progetto di risoluzione contro il Bloqueo che verrà votato dall’Assemblea Generale dell’ONU il 23 giugno. Dal 1992 le Nazioni Unite si sono sempre espresse per la condanna del Bloqueo con 28 risoluzioni, una ogni anno, che sono sempre state approvate. Di queste, l’ultima è passata nel 2019 con 187 voti a favore e tre contrari (Stati Uniti, Israele e Brasile), mentre due paesi si sono astenuti (Colombia ed Ucraina). Presìdi per questo fine settimana sono stati annunciati a Roma, Milano, Torino, Genova, Como, Savona, Crema, Verona, Livorno, Lodi, Cremona, Pordenone, Venezia, Napoli, Cagliari, Faenza, Ravenna, Lugo, Padova, Desenzano, Ancona, Senigallia, Palermo, Trento, Catania e Cosenza, con altre città che si potrebbero aggiungere.

Il Bloqueo è il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA contro Cuba ufficialmente dal 7 febbraio 1962, sotto la presidenza di J. F. Kennedy, anche se già alcune azioni di blocco economico erano state prese immediatamente all’indomani della Rivoluzione nel 1959. Si tratta di un vero e proprio stato di assedio che ha l’obiettivo di impedire il più possibile a Cuba relazioni con l’esterno al fine di stremare la resistenza del popolo cubano e compromettere la riuscita della costruzione della società socialista nell’isola. Cuba, pur avendo dimostrato per oltre sessant’anni di non farsi piegare dall’imperialismo statunitense, resistendo anche alle prove più dure, è pur sempre una piccola isola di appena 11 milioni di abitanti, con un PIL paragonabile a quello della Puglia, e ha bisogno di commerciare con l’estero per ottenere beni essenziali che non sono presenti sull’isola.

I danni causati dal blocco all’economia cubana sono enormi, secondo uno degli ultimi rapporti stilati dal Ministero degli Affari Esteri cubano solo dal 2018 al 2019 le perdite subite da Cuba sono state di 4,3 miliardi di dollari (su un Pil di circa 72 miliardi di dollari), mentre dalla sua applicazione sessant’anni fa i danni totali ammontano a circa 139 mila miliardi di dollari (a prezzi correnti).

Tutto ciò costituisce ovviamente un enorme freno allo sviluppo dell’economia cubana, una situazione che con l’amministrazione Trump non ha fatto che peggiorare, e non sembra che Biden voglia invertire la rotta intrapresa dal suo predecessore nonostante le promesse della campagna elettorale. Trump ha infatti notevolmente irrigidito il blocco andando a colpire soprattutto il settore del turismo, che costituisce una delle principali entrate dell’economia cubana, causando inoltre gravi carenze di materie prime, tra cui carburante, e prodotti importanti come medicine. L’assedio statunitense non si è interrotto neanche durante il pieno dell’emergenza pandemica in cui ha impedito all’agenzia governativa Medicuba l’acquisto di ventilatori polmonari. Infatti le aziende da cui Cuba si riforniva, MT Medical AG e Acutronic, sono state recentemente acquisite da compagnie statunitensi che si sono quindi rifiutate, in virtù del blocco economico, di vendere i loro prodotti a Cuba. Proprio contro tutto questo in Italia era partita la campagna #CubaRespira, lanciata dal Fronte della Gioventù Comunista, in sostegno al popolo cubano e contro il Bloqueo, che aveva ricevuto adesioni di artisti del calibro di Fiorella Mannoia, Murubutu e Kento.

Nonostante tutto questo Cuba è comunque riuscita a sviluppare uno dei sistemi sanitari più avanzati del mondo e un modello di società in grado di garantire tutti i diritti fondamentali del proprio popolo e basato su uno sviluppo sostenibile a livello ambientale. Eccellenze del modello cubano sono poi lo sport e l’istruzione, tutta la gioventù cubana può infatti accedere gratuitamente a tutti i gradi dell’istruzione, compresa l’istruzione universitaria. Inoltre pur nelle difficoltà non ha mai fatto venir meno la sua solidarietà internazionalista a chiunque ne avesse bisogno, e proprio durante la pandemia lo ha dimostrato ancora una volta inviando brigate mediche in diversi paesi, tra cui due brigate proprio in Italia.

Gli USA continuano a perpetrare questo atto criminale che è il Bloqueo non perché Cuba rappresenti un rivale economico, né una minaccia militare, ma perché costituisce un esempio  reale di costruzione della società socialista, la prova tangibile della possibilità di un’alternativa al capitalismo, dove gli interessi collettivi prevalgono sui profitti privati, proprio nel cosiddetto “cortile di casa” degli Stati Uniti. È questo che maggiormente li terrorizza.

Come disse Fidel Castro nel discorso in cui veniva proclamato il carattere socialista della Rivoluzione Cubana: “La lotta che ci coinvolge in questa occasione è la lotta tra un governo imperialista e un governo rivoluzionario, è la lotta tra un imperialismo guerrafondaio e aggressivo e una rivoluzione sociale che distrugge, precisamente, tutte le forme di sfruttamento, non solo lo sfruttamento di un popolo da parte di un altro, ma anche lo sfruttamento di una parte del popolo perpetrato da un’altra parte del popolo. […] Questo è ciò che non possono perdonarci, che siamo sotto il loro naso e che abbiamo fatto una rivoluzione socialista proprio sotto il naso degli Stati Uniti!”

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