La giornata dei test d’ingresso alla facoltà di Medicina si è aperta con azioni di protesta in decine di università contro il numero chiuso. Megafonate, volantini e striscioni hanno accolto le decine di migliaia di studenti, più di 77mila in tutta Italia, che tenteranno la sorte sperando di finire in quel 20% che riuscirà ad entrare. «La pandemia lo ha dimostrato, il numero chiuso va cancellato» è lo slogan lanciato dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC) in occasione delle contestazioni.
«Il numero chiuso è andato di pari passo con i tagli alla sanità pubblica, e nei mesi più duri della pandemia abbiamo visto il risultato di queste politiche portate avanti per anni» – ha dichiarato Lorenzo Lang, segretario nazionale del FGC – «In Italia mancano medici e personale sanitario, dal 2010 sono stati chiusi più di 170 presidi ospedalieri (il 15%) e 800 poliambulatori in tutto il paese. Eppure nemmeno dopo 130mila morti e due anni di pandemia si cambia rotta, perché da questo attacco alla sanità pubblica ci guadagna il settore privato. E infatti oggi il 48% delle strutture sanitarie sono private. È evidente che il numero chiuso in questi anni non ha avuto nessuna correlazione con le necessità del Sistema Sanitario Nazionale. Verrebbe da dire che è avvenuto l’esatto opposto».
“Corsi privati, caro libri e tasse: meritocrazia o selezione di classe?”, si legge sui cartelli agitati dagli studenti che hanno partecipato alla protesta: «Si tira fuori sempre la retorica del merito, ma la verità è che in questi test la meritocrazia c’entra poco o nulla. Sono una lotteria che penalizza chi parte più svantaggiato per ragioni sociali ed economiche. Lottare per abolirli significa volere una sanità e un’università migliori».