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Podemos: politica di chi e per chi?

Di Ana Escauriaza*

La formazione guidata da Pablo Iglesias è oggi l’epicentro della politica. Attraverso alcune statistiche andremo a vedere che strati della società appoggiano Podemos e, pertanto, a chi dirige la sua politica Podemos. Ossia, vedremo chi sono Podemos e gli interessi di chi andrà a rappresentare se governa.

Saranno gli interessi della classe operaia? O dei redditi alti? I dati parlano chiaro ed è una realtà che osserviamo giorno per giorno.

………..

Podemos è un partito di nuova marca ma vecchia etichetta. La formazione si presenta come un partito al margine delle divisioni “sinistra/destra” per rivendicare una massa non definita (“il popolo”) contro una minoranza che, anche se ben definita (coloro che occupano cariche pubbliche) è mal identificata e diffusa (posto che i requisiti per appartenere alla “casta” si riducono, fondamentalmente, all’avere una carica pubblica: pertanto, nel momento in cui un dirigente abbandona il potere perde la sua etichetta di “politico” o “casta” e, a sua volta, si intente che chi accede a una carica si mimetizza in questo gruppo)

Dentro questa definizione, con le sfumature date e molte altre, in Podemos ci può stare di tutto. Ma si esclude anche tutto. Podemos raccoglie idee dal Venezuela bolivariano fino all’imperialismo statunitense passando per la demodée socialdemocrazia svedese. Ma Podemos non vuole una Spagna bolivariana, né una Spanish USA, né nemmeno un paese Nordico in pieno Mediterraneo.

Una misura molto obiettiva e affidabile per conoscere che interessi ha un partito è conoscere chi appoggia tale formazione. L’idea è logica: ogni persona si avvicina o almeno votare, al partito che crede che maggiormente difende i suoi interessi. E a sua volta, questo partito va a “fidelizzarlo” offrendogli politiche che vanno a favore dei suoi interessi.

Pertanto, chi appoggia a Podemos? Andiamo alla distinzione più importante che opera nella società: la distinzione di classe. Per questo utilizziamo due indicatori: in primo luogo vedremo come si distribuiscono le persone secondo il loro reddito e la loro opzione politica (molto semplice da fare ma poco affidabile in termini di distinzione sociale poiché il reddito può generare difficoltà) e, in secondo luogo, raggruppati per tipo di lavoratori (più fedele alla distinzione sociale ma con maggiori problemi di ubicazione)

Se ci serviamo della distinzione per reddito/voto otteniamo il seguente grafico:

Vediamo facilmente che Podemos accoglie i redditi “medi”, ossia, i lavoratori con retribuzioni compresi tra 1.200 euro e 4.500 euro. In seguito, quando avremo tutti i dati, analizzeremo che significa questo.

Forse questo grafico sarà tuttavia più chiarificatore: il voto di Podemos spicca il volo per i redditi “medi” situandosi al di sopra anche della media.

 

Adesso, vedendo la distribuzione del voto per classe sociale la cosa è tuttavia più chiara: Podemos raccoglie gli strati più alti della società.

L’ipotesi è chiara: la base sociale di Podemos sono gli strati medi della società, soprattutto quei settori che nonostante l’esser salariati hanno un alto status e generalmente maggiore salario, ossia, quello strato che in termini marxisti si denomina “aristocrazia operaia”. O, in suo difetto, coloro che aspirano a far parte dell’aristocrazia operaia, che hanno una formazione accademica superiore, ma non hanno conseguito un posto d’accordo ai loro studi. Quello strato che è tanto di moda e che si denomina “precariato”. O ancora più chiaramente, l’ingegnere di 26 o 27 anni che lavora nel Burgen King.

Se vediamo i seguenti grafici possiamo comprovare come questa idea si manifesta (distribuzione del voto per età, località e studi). I giovani sono il maggior appoggio di Podemos, così come le persone che vivono in città e anche coloro che hanno un certo livello di studi. In questo caso, anche se può sembrare più ingannoso, dobbiamo tener conto che le percentuali di distribuzione della società per studi sono omogenei. Ossia, ci sono pochi dottori, un poco più con studi superiori, abbastanza con la secondaria e, purtroppo, una considerevole percentuale di persone senza studi.

Finalmente è più chiaro: distribuzione del voto “precario”

 

E che ripercussioni ha questo? In primo luogo, che tutto il discorso di Podemos si dirige ai settori che abbiamo segnalato come sua base sociale, che sono coloro che li appoggiano posto che nel loro programma vedono riflessi i loro interessi sociali. Parliamo dell’aristocrazia operaia o classe media salariata come settore fondamentale d’appoggio, che a causa della loro posizione lavorativa di un certo controllo dei mezzi di produzione e disimpegno di lavori intellettuali, con certo status, nell’attuale congiuntura di crisi vogliono giungere a un patto con i grandi capitalisti per migliorare le loro condizioni, evitando un cambiamento di sistema che significa la rottura.

Nel caso concreto della gioventù, molti giovani che li appoggiano lo fanno perché vogliono accedere a posti d’accordo con la loro formazione superiore, ossia, vogliono avere la possibilità di convertirsi in aristocrazia operaia. L’altra parte che li sostiene, come è il caso di giovani operai meno qualificati, vede in questo partito una alternativa, ma naturalmente un cambiamento della loro situazione può passare solo dalla lotta organizzata nei luoghi di lavoro nella prospettiva della presa del potere da parte della classe operaia.

Perché, se ci concentriamo su un altro punto, che i votanti di Podemos hanno questo profilo significa che Podemos dirigerà le sue politiche verso di questi. Questo già si intravede nello scarso appoggio che Podemos ha tra i lavoratori, che sono alla fin dei conti la maggioranza della popolazione e coloro che in realtà soffrono le conseguenze del capitalismo. Pertanto, i giovani operai che li sostengono prima o poi vedranno come hanno tradito le loro sperane (di fatto già lo stanno vendendo).

In linea con ciò che diciamo, nonostante che Podemos non abbia grandi appoggi tra i lavoratori, ciò che è certo è che questi possono esser attratti dal loro discorso a volte ambiguo o possono veder in Podemos anche “il male minore” davanti alla dicotomia PP/PSOE. Ma bisogno tener in conto che, nonostante l’appoggio di questi lavoratori, il gruppo sociale che sostenta Podemos, affinché esista e affinché viva, è questa aristocrazia operaia con le sue ventose “precarie”.

Sicuramente ciò a cui porta questa politica di Podemos è imporre misure affinché “i precari” possano lavorare, anche se queste misure non possono nemmeno durare molto perché non è possibile mantenere posti di alta qualifica senza che si abbia una entrata esponenziale di lavoratori in settori produttivi. Di fatto è molto probabile che alla fine si vedranno obbligati a tradire anche l’aristocrazia operaia che li appoggia perché senza rompere con il sistema non potranno far altro che accettare gli ordini dell’UE, il FMI e la NATO.

E, nella società attuale, e al massimo nell’epoca di crisi, la torta ha la dimensione che ha: per migliorare la condizione di questi giovani “precari” bisogna rimuovere un pezzo di torta di un altro. E sappiamo che Podemos non va a toglierlo ai grandi imprenditori né ai banchieri per due motivi. Primo perché sono il loro secondo appoggio e, secondo, perché già abbiamo visto che non vogliono un cambio di sistema.

*Vicedirettore di Opinione di Tinta Roja e membro del Comitato Centrale dei Collettivi dei Giovani Comunisti, Spagna (CJC)

Note:

Tutti i grafici sono stati raccolti dai lavori di Kike Llaneras e Jorge Galindo di politikon.com. Sono disponibili per la loro consultazione qui:

Grafico: il voto precario

Il voto di classe in Spagna, oggi

Chi appoggia Podemos? Una radiografia dei suoi votanti

In lingua originale: http://tintaroja.es/opinion/913-podemos-ipolitica-de-quienes-y-para-quienes

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