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Il Partito comunista siriano chiarisce la posizione dei comunisti sulla crisi in Siria

siriaA seguito dei lavori di questa sessione del 5 dicembre 2012 il comitato centrale del Partito comunista Siriano ha pubblicato il comunicato seguente, tradotto dall’Arabo dalla redazione de « Le Lien »:

« Il Comitato centrale del Partito comunista siriano ha tenuto un’assemblea allargata, presieduta dal suo segretario generale, il compagno Ammar Bagdash, il 5 dicembre 2012. Oltre i membri del Comitato centrale, hanno partecipato all’assemblea i membri della commissione di controllo del partito e le segreterie dei comitati di zona. La riunione è iniziata con un minuto di silenzio per rendere omaggio alla memoria del compagno Wissal Farha Bagdash, dirigente del partito e in segno di lutto per i martiri della nazione.

Esaminando la situazione politica, il comitato centrale ha messo l’accento sull’evoluzione della situazione interna del paese. Gli scontri armati si diffondono tra le forze governative, che si battono per il percorso nazionale siriano, in lotta contro i piani aggressivi ed espansionistici dell’imperialismo e del sionismo, contro le forze dei ribelli composte da frange di terroristi asserviti all’imperialismo o alle organizzazioni reazionarie arabe, che mirano a distruggere la Siria , in quanto fortezza di libertà degli uomini nel mondo arabo, in quanto avamposto importante della lotta di liberazione mondiale anti-imperialista.

Malgrado il suo ampliarsi e il suo intensificarsi, l’insurrezione non ha raggiunto i suoi obiettivi, rivolti alla caduta del regime attraverso la distruzione della capacità di combattimento dell’armata della Repubblica araba siriana, che coraggiosamente ha contenuto gli assalti ripetuti dei ribelli sulla capitale di Damasco. Anche Aleppo resta ferma e innalza la bandiera dell’orgoglio nazionale. Inoltre il disprezzo delle masse popolari verso i ribelli è presente ed è cresciuto nel tempo. I ribelli hanno disvelato chiaramente il loro volto aggressivo e selvaggio con i crimini che hanno commesso contro la popolazione civile, in particolare nelle zone che si rifiutano di essere sottomesse al loro volere. A causa di questo ostacolo delle masse popolari sane, i ribelli delle forze armate terroristiche hanno moltiplicato le loro operazioni prendendo come obiettivi i raduni di cittadini e altri obiettivi civili. Questo rafforza l’odio del popolo contro le forze ribelli in modo esponenziale.

Il Comitato centrale ritiene che non sarebbe stato possibile all’insurrezione di raggiungere un livello così importante senza il grande sostegno che ha ricevuto dagli Stati imperialisti e dai regimi reazionari dei paesi arabi del Golfo, della turchia « erdoganiana », senza questo avamposto della NATO nella regione, che senza tregua attacca la Siria. Non si possono qualificare queste forze come garanti del diritto internazionale, ma piuttosto come fomentatrici di atti di aggressione. L’ultima dimostrazione dell’orientamento turco è lo sviluppo attuale del sistema di missili « Patriot » della NATO sul suo territorio.
La Turchia supporta spudoratamente anche operazioni militari contro la Siria dal suo territorio, e anche partecipandovi , come ciò che è avvenuto nella città di Ras al-Ain. E ‘noto a tutti che la Turchia comanda sul suo territorio diverse basi di ribelli armati, ed è la principale base di intelligence della NATO, che dirige e coordina le attività dei ribelli in Turchia.

Il Comitato centrale è convinto che il dovere fondamentale dei comunisti, come di qualsiasi patriota, risiede nella difesa dell’indipendenza nazionale della Siria e nella difesa dell’unità del territorio nazionale, di fronte ai disegni reazionari arabi, sionisti, imperialisti. E anche nell’ opporsi agli atti criminali commessi dai nemici della patria, e degli esecutori della volontà dei colonizzatori.

Analizzando la situazione socio-economica, i membri del comitato centrale hanno sottolineato nel corso dell’incontro, la sofferenza delle masse popolari, e il deterioramento delle condizioni di vita, causato dal calo del potere di acquisto delle famiglie, dall’ondata di aumento dei prezzi e dalla scarsità di beni primari che sono alla base della vita quotidiana. Sono state prese in considerazione anche le difficoltà incontrate dalla produzione interna e dai produttori. Il Comitato Centrale ritiene che gran parte di questa situazione è dovuta all’assedio imposto alla Siria e alle azioni di sabotaggio. Ma per porre rimedio a questa situazione, da parte del governo non sono state intraprese le azioni necessarie come non è stata realizzata quella necessità nazionale di rottura con il percorso economico liberale. Ciò ha contribuito notevolmente a creare le condizioni che hanno portato la crisi odierna in Siria.

Ciò che si rende necessario ora è rafforzare il controllo dello Stato sui settori di base strategici dell’economia nazionale, riprendere il controllo nel commercio interno dei generi alimentari, e quindi ripristinare le sue posizioni nel commercio estero di materie prime strategiche necessarie per sostenere la produzione e per soddisfare le esigenze della popolazione. Il Comitato Centrale ritiene che il rinvio della scelta di una politica economica alternativa ad un momento futuro dopo la crisi, raccomandato da alcuni responsabili economici di governo, non porterà a nulla se non al perdurare della crisi e ad aumentare le probabilità di ripercussioni future molto difficili.

E questo è diventato ancor più evidente dopo il fallimento del tentativo delle potenze coloniali di riportare una rapida vittoria militare sulla Siria, quando tali potenze hanno messo in campo tutto ciò che serve, in tutti i settori, per mettere in ginocchio la Siria, per sfiancarla economicamente e renderla incapace di contrastare efficacemente le mire espansionistiche dell’ imperialismo e del sionismo della regione.

Da qui l’importanza del fronte socio-economico, e la grande importanza di seguire una politica economica che protegga la produzione nazionale e la rinforzi, e che risponda agli interessi delle masse popolari. Questa è la condizione primaria di una posizione degna del nostro paese, ma
questo non può essere ottenuto se non grazie ad un cambio radicale di orientamento economico e sociale, e l’allontanamento definitivo dal liberismo economico sotto tutte le sue forme.

Il Comitato centrale osserva un significativo aumento delle denunce e delle critiche della scena internazionale davanti alle ostilità perpetrate dall’imperialismo e dalle forze che vi si sono asservite, alleate contro la Siria. Una delle manifestazioni di evidente solidarietà con la Siria è il comunicato rilasciato dai partiti comunisti e operai che hanno partecipato al 14° Incontro internazionale. Questo rifiuto verso qualsiasi intervento militare contro la Siria si sviluppa in modo progressivo anche in seno agli Stati imperialisti. Un numero crescente di persone si dimostra consapevole dei rischi e delle conseguenze dell’aggravarsi della crisi siriana sul mondo intero.

Questa situazione aumenta l’aggressività dei regimi arabi reazionari contro la Siria. Questi sistemi realizzano che la loro stessa esistenza sarà minacciata in caso di fallimento dei progetti criminali contro la Siria. Si moltiplicano quindi gli aiuti e il sostegno a tutte le operazioni sovversive e di aggressione contro la Siria prima che per loro non sia troppo tardi, in coordinazione con la Turchia e i suoi dirigenti reazionari.

Il Partito comunista siriano riconferma, come già sottolineato, che la resistenza non è soltanto un dovere ma soprattutto che essa è possibile. Tutti gli elementi di prova sulla scena nazionale, regionale e internazionale lo confermano. L’importante ora è promuovere e rinforzare tutte le attività di resistenza che possano far avanzare il corso degli avvenimenti in questo percorso, e in primo piano c’è la mobilitazione unita delle masse popolari, e la capacità militare dell’Armata Araba Siriana, oltre che il sostegno alla produzione nazionale.

Il Comitato centrale del nostro partito si è espresso favorevole ad un incontro dei partiti e delle forze nazionali, insistendo sull’importanza dell’alleanza di tutte le forze nazionali e dell’unità dei ranghi, soprattutto nelle circostanze difficili alle quali deve far fronte il nostro paese. L’unità del Fronte nazionale è un dovere di fronte all’unità delle forze reazionarie.

E’ sulla scena araba che appare chiaramente l’orribile volto delle forze reazionarie e oscurantiste, mascherato dietro un manto religioso. Sono gli eredi dei nemici mortali del concetto di democrazia e di progresso, di civilizzazione e di fratellanza. Ciò è palesemente dimostrato dagli avvenimenti in Tunisia e in Libia, e in particolare dalla situazione egiziana, dove larghe fette di popolo cercano di resistere al tentativo di imporre un regime autoritario e oscurantista, altrettanto asservito alle potenze imperialiste, le stesse che hanno spodestato il regime. La rapida evoluzione degli avvenimenti nel mondo arabo fa prevedere dei seri ostacoli lungo il cammino del movimento di liberazione nazionale arabo.

Il Comitato centrale dichiara la sua solidarietà con tutti gli uomini liberi nel mondo Arabo, che rigettano la dominazione coloniale e i regimi reazionari, con qualsiasi colore essi si presentino, e il pericolo delle forze oscurantiste.

Nel continuare l’esame della situazione internazionale, il Comitato centrale ha rilevato, in totale continuità con le sue dichiarazioni recenti, l’esacerbarsi delle contraddizioni dell’ imperialismo contemporaneo, nelle circostanze attuali di crisi strutturale vissuta dai centri imperialisti, e dall’acuirsi nel loro seno del conflitto tra capitale e lavoro, e nei fermenti che interessano il movimento di liberazione nazionale mondiale nella sua lotta contro l’impoverimento, e contro i tentativi di imporre l’egemonia assoluta del capitale finanziario globale.

Il Comitato centrale ha reso inoltre omaggio a tutte le forze progressiste e anti-imperialiste nel mondo, in particolare ai partiti comunisti, che sono all’avanguardia nella lotta antimperialista contro il dominio del capitale, ribadendo che la lotta dei comunisti siriani in sostegno alla resistenza nazionale è di importanza vitale anche per rinforzare il fronte mondiale contro l’imperialismo.

Il Comitato Centrale ha in seguito ascoltato il rapporto sulle attività dedicate al centenario della nascita del compagno Khaled Bagdash, leader storico dei comunisti siriani, che sono state realizzate dalle organizzazioni del partito in tutto il paese, malgrado le difficili condizioni, e che hanno messo in evidenza tra gli aspetti della lotta del partito comunista siriano, la sua lotta di classe, nazionale e internazionale.

Il Comitato centrale ha anche discusso sulle questioni di organizzazione e ha preso decisioni e ha rilasciato raccomandazioni necessarie in questo contesto. Il Comitato ha ringraziato le attività delle organizzazioni del partito e la lotta dei compagni comunisti fianco a fianco con i loro fratelli nella lotta per la difesa della patria, per la sovranità e la dignità.

Il Comitato Centrale ha così concluso i suoi lavori.”

Damasco 05/12/2012

(fonte http://comunistiperlasiria.wordpress.com/2013/01/06/il-partito-comunista-siriano-chiarisce-la-posizione-dei-comunisti-sulla-crisi-in-siria/)

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