Sembra uno scherzo di cattivo gusto, e invece sarà una delle conseguenze dell’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e le 16 imprese italiane che hanno partecipato lo scorso 18 ottobre all’incontro “Campioni dell’alternanza”, promosso proprio dal Miur. Grandi colossi come FCA, ENI e appunto McDonald’s che aprono all’alternanza scuola-lavoro, per un totale di 27mila nuovi posti di “lavoro” per gli studenti.
![Lo scorso 18 ottobre gli studenti avevano contestato il convegno fra Miur e multinazionali](https://i2.wp.com/www.senzatregua.it/wp-content/uploads/2016/10/scuola-lavoro-18-ott.jpg?resize=234%2C161)
Di questi ben 10mila sono “offerti” dalla azienda multinazionale, che accoglierà gli studenti in 500 locali di tutta Italia, ufficialmente per insegnare agli studenti “competenze di carattere relazionale e di comunicazione interpersonale”. In realtà si tratterà in un buona parte di un rimpiazzamento vero e proprio di gran parte dei dipendenti con studenti in alternanza: attualmente McDonald’s ha 20.000 dipendenti in Italia, ed è facile comprendere che l’ingresso di 10.000 studenti che lavorano gratis non avrà un impatto leggero. McDonald’s ha già lanciato una campagna ad hoc, intitolata “Benvenuti studenti”.
![Alessandro Fiorucci, resp. scuola FGC](https://i1.wp.com/www.senzatregua.it/wp-content/uploads/2016/10/fiorucci.jpg?resize=177%2C182)
Tuttavia proprio gli studenti, che già lo scorso 18 ottobre avevano contestato il convegno al Ministero, sembrano essere di tutt’altro avviso. «L’alternanza scuola-lavoro mostra sempre più il suo vero volto» – ha affermato in una nota Alessandro Fiorucci, responsabile scuola del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) – «Le grandi multinazionali hanno fiutato l’opportunità di aumentare i loro profitti grazie all’alternanza, e si affrettano per accaparrarsi una fetta della torta. Il Governo parla tanto di lotta alla disoccupazione, ma McDonald’s è ben nota per la precarietà e l’enorme turn-over fra i suoi dipendenti… Dovrebbero spiegarci cosa c’è di formativo nel vendere panini e lavorare in cucina gratuitamente. L’alternanza non può essere il pretesto per fare profitti sulla pelle degli studenti».
!["Giusta paga in alternanza", striscione in un servizio del tg3](https://i2.wp.com/www.senzatregua.it/wp-content/uploads/2016/10/giusta-paga-in-alternanza-tg3.png?resize=300%2C169)
Nel frattempo si fa strada fra gli studenti una nuova protesta che chiede maggiori diritti e tutele durante gli stage. Lo scorso 7 ottobre, giornata di mobilitazione nazionale degli studenti, in diverse piazze d’Italia sono stati aperti striscioni che rivendicavano una giusta paga per le ore passate in alternanza scuola-lavoro: «Se siamo inseriti a tutti gli effetti nell’organizzazione aziendale, addirittura rimpiazzando una parte dei lavoratori che l’azienda impiegava prima, è giusto essere pagati per quelle ore, anche se meno di un lavoratore, perché l’alternanza deve essere un’esperienza formativa. Bisogna anche limitare l’orario di lavoro giornaliero e garantire le tutele che spettano agli studenti. L’alternanza deve insegnare il valore del lavoro, non prepararci a sfruttamento, precarietà e assenza di diritti».