*di Lorenzo Vagni
Lunedì 5 giugno, si è tenuto a Montecitorio un incontro tra il presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio Supremo dell’Ucraina (Verchovna Rada Ukraïny), il parlamento ucraino, Andrij Parubij[1].
Parubij è stato nel 1991 uno dei due fondatori, insieme a Oleh Tjahnybok, del Partito Social-Nazionale di Ucraina, partito fascista e di estrema destra che si ispirava all’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, movimento che durante la Seconda Guerra Mondiale collaborò con gli occupanti nazisti in funzione anticomunista, che ha assunto nel 2004 il nome di Unione Pan-Ucraina “Libertà” (Svoboda). Dal 1998 al 2004 è stato perfino a capo dei Patrioti d’Ucraina, organizzazione paramilitare del PSNU. È stato tra il 2013 e il 2014 uno dei leader dell’Euromaidan, il colpo di stato che ha portato al potere l’estrema destra ucraina. Nominato nel giugno 2014 segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa dell’Ucraina dal presidente Petro Porošenko, è stato sostenitore dell’azione militare contro le milizie ribelli nelle regioni di Doneck e Lugansk. Si è dimesso dalla carica nell’agosto dello stesso anno rifiutando di dichiarare un cessate il fuoco con i ribelli in Donbass, come gli era stato comandato dal governo ucraino[2].
Attualmente parte del Fronte Popolare, è stato tra i protagonisti dell’approvazione delle Leggi di Decomunistizzazione, che hanno ufficializzato la messa al bando del Partito Comunista dell’Ucraina e della Lega della Gioventù Comunista Leninista di Ucraina nel luglio 2015. Dal 14 aprile 2016 è presidente del parlamento ucraino. Per comprendere l’estremo anticomunismo di Parubij, basti citare una sua dichiarazione del 28 gennaio 2017, in cui afferma che da un secolo è in corso una guerra tra l’Ucraina e la Russia, suo nemico storico, che sarebbe scoppiata, a detta di Parubij, con “l’aggressione dei bolscevichi” nel 1918[3].
Contestualmente all’incontro tra la Boldrini e Parubij è stato firmato un memorandum d’intesa che rafforza la cooperazione parlamentare tra Italia e Ucraina, sul piano politico e amministrativo. I due presidenti hanno inoltre dichiarato che «l’Ue è il riferimento internazionale al quale l’Ucraina guarda con estremo interesse e va difeso dai tentativi di disgregazione».
È vergognoso come la sinistra di governo non esiti a sostenere governi golpisti e apertamente fascisti quando si tratta di difendere l’Unione Europea, e di conseguenza le borghesie e i monopoli che la governano, dimenticandosi della spietata repressione anticomunista subita in questi anni dal Partito Comunista dell’Ucraina e dalla Lega della Gioventù Comunista Leninista di Ucraina, che ha causato anche molte vittime, tra cui va ricordato il giovane comunista Vadim Papura, vittima del massacro di Odessa. Proprio per condannare le violenze subite dai comunisti ucraini, domani (7 giugno) il Fronte della Gioventù Comunista svolgerà un presidio di protesta a Roma, in Piazza Giuseppe Verdi, nei pressi dell’ambasciata ucraina, a partire dalle 17.
[1] http://presidente.camera.it/18?shadow_comunicato_stampa=11485
[2] https://www.rt.com/news/178760-ukraine-security-chief-resigns
[3] http://rada.gov.ua/news/Povidomlennya/139837.html