Home / Idee e lotta / Siamo partigiani della pace
partigiani-della-pace

Siamo partigiani della pace

a cura della Commissione scuola del FGC


In Italia, come ogni anno, all’avvicinarsi del 25 Aprile si accende il dibattito pubblico. Dagli studi televisivi agli articoli sui giornali emergono le classiche opinioni dei principali partiti presenti in parlamento e di altrettanti opinionisti legati alle stesse aree politiche. C’è chi, come il centro-sinistra, sostiene che l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo sia una ricorrenza istituzionale, dall’altra parte a destra c’è chi dice che i Partigiani commettevano reati alla stregua dei nazisti, se non peggio. In questo dibattito emergono deliri impregnati di revisionismo storico, come quello del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che alcuni giorni fa ha sostenuto che i partigiani gappisti di Roma che organizzarono l’azione di via Rasella uccisero “una banda musicale di semi-pensionati” e non come realmente accaduto un reparto dell’esercito nazista. Questa dichiarazione si commenta da sola.

Ma quest’anno il dibattito sul 25 Aprile va oltre quello “tradizionale” sull’antifascismo. L’Europa è spaccata dalla guerra in Ucraina da più di un anno. Il conflitto iniziato a febbraio 2022 sta causando migliaia di morti, milioni di sfollati e viene pagato a duro prezzo dagli strati popolari di tutto il continente con un aumento generalizzato dei prezzi. L’Italia ha deciso di svolgere un ruolo tutt’altro che neutrale, mandando armi e finanziamenti all’esercito Ucraino per foraggiare il conflitto e prendere attivamente parte ai piani di morte della NATO.

Inoltre in Italia la “ripresa economica” post-pandemia tanto acclamata dal governo Meloni, in continuità con i precedenti, è caratterizzata da un aumento generalizzato dei ritmi di sfruttamento, dalla diminuzione delle condizioni di sicurezza e dei salari. La ripresa economica delle aziende la pagano a caro prezzo i lavoratori. I morti sui luoghi di lavoro nel 2022 sono stati 1090, una media di 3 al giorno, una vera e propria strage. Come se non bastasse a rimetterci la vita sono anche gli studenti: per far fronte all’aumento dei ritmi di lavoro anche ragazzi giovanissimi vengono integrati in stage rischiando la vita per i profitti delle aziende. E’ così che nell’arco di un solo anno sono morti 3 studenti in alternanza: Lorenzo Parelli, Giuliano De Seta, Giuseppe Lenoci, tutti tra i 16 e i 18 anni.

Questa è l’Italia di oggi: precarietà, sfruttamento, morti sul lavoro, un paese che foraggia la guerra. I partigiani non hanno lottato e dato il sangue con nella prospettiva della condizione in cui verte attualmente il nostro Paese. Gli uomini, le donne e i ragazzi, anche giovanissimi, che si spesero e diedero la propria vita nella Resistenza, lottavano per un futuro diverso, senza guerre né ingiustizie sociali, per un rinnovamento completo del Paese: la Lotta Armata contro il nazifascismo voleva il socialismo. Da anni le istituzioni e il centro-sinistra provano a distorcere il significato del 25 aprile, per far passare l’idea che il paese in cui viviamo rispecchi a pieno il raggiungimento degli ideali che mossero l’esperienza della Resistenza. Si dimenticano di dire che nel dopoguerra migliaia di partigiani furono processati e imprigionati; che le parti più progressive della Costituzione sono rimaste lettera morta e vengono calpestate ogni giorno.

L’antifascismo istituzionale del centro-sinistra riemerge con forza in questa fase storica, con la salita di Giorgia Meloni al Governo e con un assetto ministeriale tra i più a destra della storia repubblicana. Di fronte al legittimo malcontento di milioni di italiani verso il Governo, anche in virtù di un sano rifiuto alle tendenze ideologiche reazionarie e conservatrici, il Partito Democratico cerca di assorbire questo sentimento in funzione elettorale. Il primo partito di governo, Fratelli d’Italia, considerabile come l’erede di settori politici di estrema-destra dai rimandi fascisti (si veda la correlazione al MSI), ha al suo interno molti esponenti che si rifanno ad un’ideologia nostalgica del ventennio. Basta osservare come alcune delle proposte portate avanti da FDI siano fortemente impregnate di una retorica securitaria e reazionaria, tipica di quei settori.

Non possiamo fare però l’errore di dire che il Governo Meloni sia un governo fascista, o fare dell’antifascismo il punto focale della nostra battaglia al Governo come sta cercando di fare il PD guidato da Elly Schlein. In primo luogo perché risulterebbe fittizio: il fascismo è stato un fenomeno storico sviluppatosi nel capitalismo come reazione alle lotte operaie che stavano avanzando in tutto il mondo, allo scopo di contenerle con strumenti e forme violente e brutali. Anche se non possiamo abbassare la guardia e bollarlo come un semplice fenomeno del passato, dall’altra parte dire che il governo Meloni abbia le caratteristiche di un governo “fascista” è storicamente e politicamente scorretto. In secondo luogo, pensare che la contrarietà a questo esecutivo di destra si costruisca su questa base significa nascondere che Giorgia Meloni agisce in perfetta continuità coi governi precedenti: l’indirizzo del suo partito è apertamente atlantista ed europeista; non a caso una delle sue prime manovre è stata quella di alzare le spese militari, portandole al 2% del PIL, per allinearsi alla media europea. FDI si fa garante degli interessi di Confindustria e della borghesia italiana, facendo pesare i costi della crisi e l’aumento dei prezzi sulla classe proletaria, modus operandi non differente dai precedenti esecutivi. Le stesse esatte politiche sostenute dal centro-sinistra.

Lo abbiamo visto a Firenze dove Azione Studentesca, organizzazione vicina a Fratelli d’Italia, ha messo in atto un’aggressione squadrista contro alcuni studenti politicizzati del liceo Michelangiolo. Di fronte a questa azione il Governo Meloni con i suoi esponenti ha cercato di derubricare a semplice rissa l’accaduto, mentre gli studenti fiorentini hanno organizzato una forte risposta mobilitativa. In migliaia sono scesi in piazza contro l’aggressione fascista e gli studenti hanno continuato ad organizzarsi senza farsi intimidire. Il PD non ha perso l’occasione per sfruttare l’accaduto in ottica elettorale, con tanto di partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione convocata dalla CGIL. L’evento è esemplificativo e mostra come l’antifascismo del PD sia fatto di passerelle elettorali e tentativi di svuotare di significato la lotta di Liberazione, mentre dietro a questa maschera continua a sostenere le peggiori politiche antipopolari, in piena linearità con quello che sta facendo in questo momento il governo Meloni. La natura del PD non subirà un mutamento a seguito dell’elezione della nuova segretaria Elly Schlein. Difatti, dietro al tentativo di presentarsi come garante delle varie lotte movimentiste (ndr. si veda la sua partecipazione a FFF, Black Lives Matter), le politiche sostanziali del PD rimangono le stesse a difesa di importanti settori della borghesia; la dimostrazione di ciò è il continuo sostegno alla guerra imperialista.

Al finto antifascismo del centro-sinistra, che cerca consensi elettorali e vorrebbe raccontarci che l’Italia istituzionale e borghese di oggi è quella per cui lottarono i partigiani, serve contrapporre l’antifascismo di studenti, lavoratori e disoccupati, che lottano e si organizzano ogni giorno per la conquista di un futuro migliore, senza disuguaglianze e per una pace duratura, raggiungibili solo attraverso un cambio radicale di sistema.

Il modo migliore per onorare la Resistenza e il sacrificio dei partigiani è rialzare la bandiera della giustizia sociale, contro guerre, oppressione e sfruttamento. Contro il revisionismo storico e le strumentalizzazioni della propaganda bellicista.

Se vivere significa essere partigiani, bisogna prendere una posizione. Siamo partigiani della pace.

Commenti Facebook

About Redazione Senza Tregua

Giornale ufficiale del Fronte della Gioventù Comunista

Check Also

contratti a tempo determinato

Decreto lavoro. La morsa mortale dei contratti a tempo determinato

Il nuovo attacco del Governo Meloni ai diritti dei lavoratori non fa che confermare la …