2 agosto 1980, stazione ferroviaria di Bologna Centrale, ore 10:25. Una bomba esplode, i morti sono 85, i feriti 200. Fu l’apice della strategia della tensione, voluta dai settori più reazionari della borghesia italiana e attuata con la collaborazione dei neofascisti e di apparati dello Stato. Poche ore dopo la strage, settori dei servizi segreti iniziarono a produrre prove false per depistare le indagini, come il dossier prodotto dal generale Pietro Musumeci che apriva la strada a una pista neofascista internazionale, slegata da elementi della società e dello Stato italiani. Dopo 40 anni di depistaggi e disinformazione, nel febbraio …
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