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Forza Hugo, forza Venezuela!

ciavezLa posta in gioco in Venezuela in queste ore è alta e i media diffondono a reti unificate messaggi sulla salute del presidente Chavèz che hanno come unico obiettivo quello di tentare la destabilizzazione del paese. Hugo Chavèz ha vinto le elezioni con una maggioranza schiacciante, nonostante i venezuelani sapessero della sua malattia e delle sue condizioni di salute. Nei giorni in cui era a Cuba per un nuovo ciclo di cure la colazione socialista ha conquistato venti stati su ventitre.

Non sappiamo con certezza quali siano le condizioni di salute di Hugo Chavèz, ma sappiamo quanto la posta in gioco sia alta e come dalla tenuta del governo venezuelano e della colazione che lo sostiene dipendano le sorti di tutto ciò che è stato messo in moto in questi anni in America Latina. Lo sanno bene anche gli oppositori di Chavèz, non sono quelli interni, ma soprattutto quelli che a livello internazionale si augurano la caduta del governo socialista venezuelano, magari cogliendo proprio l’occasione delle condizioni di salute del presidente in carica.

Il Venezuela è oggi il perno economico dell’ALBA, il processo di cooperazione politica ed economica messo in campo da Chavèz insieme a Cuba, Bolivia, Equador Nicaragua e altri Stati sud americani. Un insieme di accordi quelli dell’ALBA che per la prima volta nella storia tolgono una parte importante del continente sudamericano dalla totale dipendenza economica dagli Stati Uniti, che permettono riforme politiche interne di stampo socialista e la difesa dalle pressioni del FMI e dall’imperialismo americano. Il Venezuela contribuisce a questa alleanza con la concessione di fonti energetiche indispensabili per il mantenimento di questa autonomia.

Con la caduta dell’Unione Sovietica Cuba affrontò il periodo più duro della sua storia, perdendo gran parte dell’approvvigionamento energetico che l’URSS garantiva e la possibilità di commercializzare prodotti a prezzi vantaggiosi, aggirando l’embargo USA. Il “periodo especiàl” in cui la caduta dell’altra metà del mondo fece piombare Cuba nell’isolamento economico voluto dall’imperialismo è ben radicato nel ricordo dei cubani.

Gli Stati Uniti sanno che il Venezuela è lo stato chiave per l’emancipazione del continente sud americano, che grazie a Chavèz ha permesso l’uscita di Cuba dalla crisi dovuta alla caduta dell’URSS, e il riscatto di molti dei popoli latinoamericani.

È certamente un processo rivoluzionario in divenire quello venezuelano, che non ha ancora del tutto rotto con alcuni elementi tipici dello stato borghese, ma che oggi deve essere sostenuto senza alcuna reticenza perché dalla tenuta del Venezuela, dipende la tenuta di un sistema antimperialista che consente la sopravvivenza di un modello alternativo a quello capitalistico.

Il tentativo dell’opposizione di utilizzare le pieghe della costituzione bolivariana, e cavilli elettorali per chiedere la destituzione del presidente venezuelano in realtà mascherano le mire statunitensi sul governo venezuelano, tentando di preparare l’opinione pubblica alla possibilità di sollevazioni contro il governo legittimo del paese. L’aggravarsi delle condizioni di salute di Chavèz o – ci auguriamo il contrario – la sua morte, potrebbero essere il pretesto per mettere in piedi un piano che la borghesia venezuelana, finanziata e appoggiata dagli Usa coltiva da tempo, anche con una massiccia campagna di disinformazione sulle televisioni.

Prepariamoci a rispondere colpo su colpo a quello che sarà un vero e proprio assedio mediatico, in cui si cercherà di dipingere Chavèz come un “caudillo”, un “dittatore” negli stessi paesi dove la sovranità è saldamente in mano ai poteri economici, tanto, come nel nostro caso, da nominare un governo senza la sua elezione da parte del popolo.

Abbiamo fiducia che quale sia l’esito delle cure per Hugo Chavèz a cui auguriamo la miglior salute possibile, il Venezuela sarà in grado di mettere in campo una successione che porti il processo rivoluzionario avanti, andando oltre la figura di una singola persona, che ha meriti grandissimi che sempre saranno riconosciuti, ma che come la storia dimostra, da sola non può bastare.

Siamo fiduciosi che questo accada in Venezuela e da parte nostra massimo sarà l’impegno di controinformazione per non prestare il fianco alle mire imperialiste.

Con Chavèz, per il venezuela socialista!

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