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Io, studente romano, dico basta al gelo nelle scuole di periferia.

Voglio scrivere questo articolo per raccontarvi di come le scuole italiane, soprattutto quelle di periferia, diventino spesso e volentieri ambienti invivibili per i giovani. Sono uno studente dell’ I.T.I.S Heinrich Hertz nella periferia romana e, come tutti i miei compagni, sto vivendo in questo periodo una situazione di inadeguatezza strutturale enorme dentro l’istituto, nel quale manca un efficace sistema di riscaldamento.

Durante l’inverno gli studenti delle scuole pubbliche romane muoiono di freddo all’interno delle aule, i termosifoni non sono in numero sufficiente e non bastano a scaldare i vari locali degli istituti. Istituti che spesso presentano, come nel caso della mia scuola, muri fatiscenti e crepe che creano infiltrazioni d’acqua pericolose per l’incolumità degli studenti, e che lasciano passare il gelo di questi giorni rendendo ancora più difficili le condizioni della vita scolastica.

Non è possibile che uno studente di periferia debba stare dalle cinque alle sette ore in aule dove si congela. Oltre al disagio e ai rischi per la salute, il freddo rende anche più difficile concentrarsi sulla lezione andando così a inficiare a lungo andare sul rendimento. La colpa di questa invivibile situazione è di quei governi che da anni continuano indistintamente a tagliare sempre di più sulla scuola pubblica, aumentando invece i fondi per le scuole private, che solo in pochi possono permettersi. Chi viene colpito maggiormente dai questi tagli siamo noi studenti delle scuole di periferia più disagiate: abbiamo poco e continuano a toglierci tutto.

Servono immediati interventi di edilizia nelle scuole pubbliche, messa in sicurezza dei locali a rischio e rinnovamento dei sistemi di riscaldamento come prima cosa. Invito tutti gli studenti di Roma e d’Italia che vivono condizioni simili a scriverle e a non aver paura di alzare la testa con la consapevolezza che solo lottando uniti, scendendo in piazza e facendo sentire forte la nostra voce potremo cambiare davvero le cose!

G.B.

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